Seminara, confiscati beni per 500mila euro a Saverio Laganà
Confisca da 500mila euro: è questo il risultato del provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti di Saverio Laganà, 46enne, ritenuto esponente della cosca “Gioffrè”, clan che opera nel comprensorio di Seminara.
Il decreto, eseguito dalla Polizia, riguarda un immobile composto da un piano terra e un primo piano; sette appezzamenti di terreno coltivati ad uliveto: il tutto, appunto, per un valore complessivo stimato in mezzo milione di euro.
Le indagini patrimoniali, condotte dagli uomini dell’ufficio misure di prevenzione della Divisione di Polizia Anticrimine, evidenzierebbero una sproporzione tra i redditi percepiti formalmente da Laganà e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, e considerato dagli inquirenti il frutto di un reimpiego di capitali illeciti.
L’Autorità Giudiziaria, ha accolto le risultanze delle investigazioni patrimoniali, disponendo così la confisca dei beni, che sono tutti a Seminara, e già sequestrati nel novembre 2015 dal Tribunale Misure di Prevenzione, sempre su proposta dell’Anticrimine della Questura del capoluogo.
Saverio Laganà, attualmente detenuto, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Reggio alla pena definitiva di 8 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione “Artemisia”. Secondo gli inquirenti avrebbe preso parte alla faida tra le opposte fazioni dei “Gioffrè”, detti “’ndoli ” e dei “Caia-Laganà” detti “’ingrisi ”, con la scissione di quest’ultimi in altri due sotto-gruppi contrapposti, rispettivamente i “Caia-Gioffrè” da un lato ed i “Laganà” dall’altro, e che insanguinò le strade del comprensorio di Seminara.