Decrescita felice, a Rossano istituzioni e scuola a confronto
È ancora giusto perseguire ad ogni costo logiche di sola crescita materiale? È giustificato sacrificare tutto sull’altare dello sviluppo economico, se ciò che stiamo ottenendo è la costante crescita delle disuguaglianze? La nostra società produce sempre di più e consuma sempre meno, generando immensi sprechi di risorse. Il nostro modo di vivere non crea prospettive sane, né orizzonti di felicità. I più giovani non vedono il futuro, non lo immaginano, e ne sono scoraggiati. Non è ora di invertire la rotta?
Sono, questi, i temi e gli interrogativi emersi nel faccia a faccia sul tema Sud – identità – tempo. decrescere per salvarsi? ospitato (lunedì 19 settembre) nello storico Caffè Tagliaferri, in occasione della tappa nel centro storico della Città del Codex del Bike tour della decrescita, il viaggio in bicicletta lungo l’Italia per conoscere e dare voce alle realtà virtuose. L’incontro è stato promosso dal Convivium Slow Food Pollino-Sibaritide-Arberia e dall’Associazione Europea Otto Torri sullo Jonio.
Moderati dal comunicatore Lenin Montesanto e dal giornalista Alfonso Bombini, dopo l’introduzione di Cristiana Smurra sono intervenuti il presidente nazionale del Movimento Decrescita Felice (MDF), Jean Louis Aillon, il giornalista di Italia che cambia, Andrea Degl’innocenti, Andrea Morandi attivista MDF, i sindaci di Saracena e Longobucco, Mario Albino Gagliardi e Luigi Stasi, Cesare Anselmi, segretario del Convivium Slow-Food e Roberto Ceraudo, che, oltre al suo impegno per le coltivazioni biodinamiche, ha creato un museo a cielo aperto con gli ulivi secolari delle sue proprietà. – Testimonianze e approfondimenti sono stati offerti anche dalla scrittrice e ricercatrice Assunta Scorpiniti, da Patrizia Servidio ed Emilio Salvatore Leo del Lanificio Leo di Soveria Mannelli.
Ad impreziosire il confronto è stato sicuramente il punto di vista del mondo della scuola e dei più giovani, con le insegnati dell’Istituto d’Istruzione Superiore comprendente i licei Scientifico, Classico, Linguistico ed Artistico di Rossano, Marilena De Sanctis, Patrizia Straface, Iolanda e Rosa Barone, insieme ad alcuni studenti del Liceo Classico S. Nilo.
“L’esperienza scolastica – hanno sottolineato De Sanctis e Straface – deve innescare volontà di cambiamento. È necessario affermare con gli studenti il messaggio che il benessere non è solo economico, stimolando la loro intelligenza emotiva. Sono necessari – hanno aggiunto – più progetti che li mettano al centro e li rendano creatori di conoscenza e non solo ricettori. – In ottica di una decrescita felice – ha detto la Scorpiniti – dobbiamo parlare del patrimonio delle nostre comunità. Bisogna tramandare esperienze ed abilità, che un tempo si trasmettevano solo guardando, come la tessitura e l’arte del telaio. È utile recuperare queste tradizioni e offrire ai giovani l’insegnamento della cittadinanza etica universale – ha concluso – che vuol dire avere un giusto rapporto con il pianeta”.
“Tutti dovremmo avere nostalgia del futuro – è intervenuto Leo – perché è l’unica dimensione in cui possiamo vivere, proiettarci ed essere felici. Questa non è la terra di nessuno e bisogna agire, con tutto quello che si ha intorno soprattutto la tradizione. – E decrescita felice non può non andare di pari passo con ritorno alla terra e recupero della sovranità alimentare dei territori, attraverso l’autenticità delle produzioni e l’educazione alimentare quotidiana del consumatore. Facendo cioè politica a tavola – ha ricordato Anselmi presentando la mission territoriale di Slow Food e insieme a Patrizia Servidio”.
Di buone pratiche di governo, testimonianze concrete di come gli obiettivi della decrescita felice possano essere interpretate anche e soprattutto dalle istituzioni locali, hanno parlato i sindaci Stasi e Gagliardi, illustrando le alternative possibili avviate e consolidate nelle loro rispettive comunità e territori in tema di tutela ambientale, freno all’emorragia demografica, risparmio energetico, sovranità alimentare, tutela del patrimonio montano, ciclo dei rifiuti e dell’acqua e valorizzazione dei marcatori identitari, in due parole: qualità della vita e sviluppo durevole. “Ciò dimostra – ha concluso Jean Louis Aillon – che la Decrescita Felice è un’utopia ma con tutte le carte in regola per concretizzarsi. I giovani del Bike Tour della Decrescita, utilizzano per questo concetto il termine di Nowtopias, l’utopia qui ed ora, che ha potere emozionale e dà vita ad incontri e confronti, come quello promosso da Slow Food territoriale e Otto Torri sullo Jonio, tra esperienze diverse ma coincidenti sulla possibilità di determinare, dal basso, quelle rotture epistemologiche di cui parlava Gaston Bachelard, capaci di dare alla Storia sensi e dimensioni”.