Rossano, Slow food: Enoteca regionale vero atto politico
“La realizzazione dell'Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza rappresenta una scelta ed una direzione politica nel senso ampio ed autentico del termine. Occuparsi e preoccuparsi della promozione della vitivinicoltura e del suo incontro strategico con la ristorazione territoriale, in una regione come la Calabria, terra di terroir, di produzioni tipiche e di esclusivi marcatori identitari, significa fare scelte politiche rivoluzionarie e dirompenti rispetto al passato ed al futuro. Si fa più politica con il vino così come con altre produzioni tipiche ed a tavola, nei supermercati e con tutte le implicazioni culturali ed economiche che ne derivano, che non nelle istituzioni e nei luoghi topici per la simbologia politica ereditata. È attorno al food in senso lato che si decide e si deciderà di noi. Soprattutto al Sud.” È quanto ha ribadito Lenin Montesanto, Fiduciario della Condotta Slow Food Sibaritide - Pollino, intervenendo all'evento “Il terroir vitivinicolo tra tradizione, cultura e innovazione” realizzato dall'azienda cirotana "Senatore Vini" in collaborazione con la Provincia di Cosenza, svoltosi nei giorni scorsi presso l'Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza. All'incontro, intrattenuti dalle musiche di Angela Vulcano e Mariapia Masino e moderati dal giornalista Antonio Lopez, hanno portato un contributo Raffaele Senatore, il giornalista enogastronomo Domenico Cosentino, il direttore de il Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza, Gennaro Convertini presidente dell'Ais Calabria, Sarino Branda il presidente di Assapori, Mario Oliverio presidente della Provincia di Cosenza.
“Probabilmente - ha continuato Montesanto - non c'è stato atto più politico, tra tutte le diverse iniziative assunte nel lungo mandato amministrativo del Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, della scelta di dar vita al progetto dell'Enoteca Regionale della Provincia, con tutto ciò che esso rappresenta, include e mette in connessione trasversale nell'universo delle produzioni tipiche e, più in generale, nella cornice delle diverse opzioni praticabili per lo sviluppo sostenibile della Calabria dei prossimi anni. La scelta del Presidente Oliverio – continua – di parlare, con la stessa frequenza e dignità riservate ai lavori pubblici piuttosto che alla questione rifiuti, anche di vini e vitigni, di terroir, della necessità di aumentare il consumo calabrese del vino calabrese, di esportazione e di marketing di prodotto, territoriale e di proiezione turistica del settore, rappresenta il termometro più eloquente e lodevole di quell'atteso cambio di prospettiva che, passando dall'enogastronomia alla rivitalizzazione dei centri storici, dalla tutela del paesaggio al contrasto alle truffe al Made in Calabria, ci induce a sperare tutti in una efficace uscita di sicurezza da una condizione di nanismo e sottosviluppo regionali vissuti per troppo tempo come condanne del fato, anche – aggiunge il Fiduciario del Convivium Slow Food con sedi a Rossano e Saracena – per colpa delle classi dirigenti del passato. Passa anche attraverso queste scelte, per noi di Slow Food molto più intimamente politiche ed incidenti di tante altre, l'approccio istituzionale a quel ritorno alla terra di cui questa regione – conclude Montesanto – deve sempre di più convincersi per riappropriarsi di quel che resta del proprio passato, purtroppo stuprato su più fronti, ma soprattutto per costruire su basi durevoli il proprio sviluppo sostenibile e competitivo nel mondo. Puntando ed investendo finalmente soltanto su ciò che distingue questa regione nel mediterraneo e nel mondo. Vini e terroir in primis.”