Badanti infedeli rapinano anziane vittime, altri due casi nel crotonese
La superficialità nell’assumere delle badanti “costa caro”. Due i furti in casa registrati in due settimane da parte di collaboratrici “di fortuna” e nessuna informazione su di loro. E, ancora, anziani vittime di persone a cui ci si è affidati con fiducia. Donne sconosciute, assunte da pochi giorni, che si rivelano astute criminali e gli anziani che, svegliatisi al mattino, scoprono che sono sparite con i loro risparmi.
La prima vittima delle due vicende è un 81enne pensionato di Petilia Policastro, nel crotonese, residente in località Camellino. Il fatto risale al 21 gennaio scorso quando l’anziano e i suoi familiari si sono rivolti ai carabinieri per denunciare come la badante, assunta da poco meno di dieci giorni, si fosse impadronita delle chiavi della cassaforte e avesse portato via ben 11 mila euro.
Elemento paradossale della vicenda - e come si vedrà non inusuale - è il fatto che né l’81enne e né i familiari fossero in grado di fornire agli investigatori documenti o altri dettagli per consentirgli di identificare in qualche maniera la donna. Nessuno, difatti, si era premurato di raccogliere informazioni su di lei, nemmeno qualche banale accortezza per capire chi fosse, così da ridurre eventuali rischi.
Un fatto non isolato, dicevamo: stamani, così, in un altro comune della provincia, a Castelsilano, il copione si è ripetuto. A cadere nelle grinfie di una malvivente una pensionata 86enne che, al suo risveglio, ha scoperto come la badante - “assunta” da appena due giorni e della quale, anche in questo caso, nessuno era in grado di fornire informazioni utili - approfittando della notte si era impadronita dei risparmi che l’86enne conservava nel comò (circa 4 mila euro) per poi sparire e far perdere le sue tracce.
I Carabinieri di Petilia Policastro si sono messi subito alla ricerca delle donne. La prima, dopo una complessa indagine, è già stata identificata e denunciata. La seconda, invece, non è stata ancora scoperta. I militari, insieme ai colleghi di Caccuri, stanno seguendo diverse piste che potrebbero portare alla rapinatrice.
Fortunatamente, in entrambi i casi, non si sono consumati episodi di violenza e, almeno nel primo, i Carabinieri sono già riusciti a scovare la responsabile. Gli stessi militari sostengono però che se seppur si riesca ad identificare anche la seconda donna ed assicurarla alla giustizia è piuttosto remota la possibilità che le vittime riescano a tornare in possesso del denaro sottrattogli.
Quello che sorprende i militari, poi, è la superficialità con cui le famiglie, ancor prima delle vittime, si siano affidate ad estranei per accudire i loro anziani parenti, senza premurarsi di chiedere informazioni, documenti o qualsiasi elemento utile a scongiurare eventuali problemi.
Ciò maggiormente alla luce di un precedente eclatante come quello dell’ottobre scorso quando fece scalpore la notizia di Angela Alupoae, 32enne badante di origine romena che fu arrestata a Crotone con l'accusa di avere rapinato una coppia di anziani della città. La donna, allora, si era offerta di accudire la coppia accordandosi con loro figlio e, una volta rimasta da sola con le vittime aveva sciolto delle pillole di sedativo addormentando l'uomo e razziando l’abitazione.
L'anziano, che in quell’occasione fu anche ferito alla testa, dopo essersi ripreso dall'effetto del medicinale, chiese aiuto ai figli che lo avevano accompagnato in ospedale e subito sporto denuncia ai carabinieri del capoluogo che non avevano perso tempo, mettendosi subito sulle tracce della badante.
Nonostante diverse difficoltà gli investigatori erano così riusciti ad arrestarla scoprendo che la donna, alla quale si riuscì a dare un volto e un nome, avrebbe compiuto altre rapine simili e sempre ai danni di anziani soli e malati non solo in città ma anche in provincia.
Una notizia, però, “che dopo aver destato un iniziale e transitorio scalpore – affermano dall’Arma - è rimasta, probabilmente, solo nella memoria dei vari siti internet ma non nella coscienza delle persone”.
I carabinieri ricordano infatti che “il fattore determinante risulta prevenire tali eventi assumendo tutte le accortezze necessarie al fine di non incorrere a questo tipo di raggiri riducendo il rischio, per i propri cari, di essere vittime di analoghi – o ben più gravi – reati, acquisendo tutti i documenti ed i dettagli utili che consentano l’immediata e puntuale identificazione dei soggetti a cui si intende affidare le persone che hanno bisogno di assistenza, facendo affidamento sempre e comunque all’Arma dei Carabinieri o ad altre forze di polizia presenti sul territorio che potranno indirizzare anche le famiglie ed, eventualmente, monitorare i fenomeni di maggior interesse”.
Il Comando Provinciale di Crotone, tramite i Comandi dipendenti, ha già attuato, nel recente passato, così come continuerà ad attuare, iniziative di sensibilizzazione all’interno delle parrocchie e nei centri per anziani, per sviluppare maggiore consapevolezza tra i cittadini ed all’interno del tessuto sociale e, dunque, prevenire e reprimere con maggiore efficacia fenomeni criminali di questa natura.