Inquinamento fiume Oliva, tutti assolti
La Corte di assise di Cosenza ha assolto C.C., imprenditore di Amantea, imputato nel processo per disastro ambientale nella valle del fiume Oliva. L'uomo era stato accusato di disastro ambientale doloso e di avvelenamento delle acque e per questo il pm aveva chiesto una condanna di 16 anni e 6 mesi di reclusione.
Assolti anche gli altri quattro coimputati proprietari dei terreni ritenuti avvelenati: V.L., G.M., A.S. e A.G.: non hanno commesso il fatto.
La vicenda ha avuto origine dal ritrovamento di una serie di rifiuti tossici e nocivi lungo la foce del Fiume Oliva, nei territori compresi tra Amantea, Aiello Calabro e Serra d'Aiello. La Procura della Repubblica di Paola aveva contestato all’uomo di aver realizzato una enorme discarica con accumulo di decine di migliaia di metri cubi di fanghi contaminati con metalli pesanti ed altri inquinanti, tossici, nocivi e cancerogeni, e di avere avvelenato le acque del Fiume Oliva, destinate al consumo umano.
Nel giudizio si erano costituiti come parti civili numerosi enti, quali i Comuni della zona interessata, le organizzazioni ambientaliste e sindacali, ed il Comitato Civico "Natale De Grazia" di Amantea.
In sede dibattimentale l’avvocato Nicola Carratelli avrebbe dimostrato come l'accumulo del materiale inquinante non sarebbe potuto essere ricondotto all'attività dell'imprenditore, essendosi per contro dimostrato che per diversi anni quell'area era stata addirittura adibita a discarica da parte di alcuni Comuni.