‘Ndrangheta: riportato in Italia il latitante reggino Leo Caridi
Gli agenti del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) della Direzione centrale della Criminale, hanno riportato in Italia Leo Caridi, detto “Lillo”, 57enne reggino, considerato a capo della cosca Caridi-Borghetto-Zindato, attiva nei quartieri di San Giorgio e Boschicello.
Caridi, che è accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso, fu arrestato nel 2011 nell’ambito dell'operazione "Alta Tensione 2" insieme a numerosi personaggi del panorama reggino fra cui Giuseppe Plutino, consigliere comunale PdL di Reggio Calabria, ritenuto il referente politico delle famiglie.
Dopo due anni di detenzione fu scarcerato poiché non ritenute più necessarie le misure cautelari durante il corso del processo. Tra il 2013 e il 2014 scomparve dall'Italia per ripararsi in Svizzera "perché -secondo il suo avvocato - ... sfiduciato dalla giustizia italiana".
Oggi, grazie al lavoro degli uomini della 5a Sezione della Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria, coordinati dai colleghi del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, il 55enne è arrivato all'aeroporto di Roma Fiumicino dopo essere stato localizzato sul territorio elvetico.
Ala sua estradizione si è giunti anche grazie ad un’ottima collaborazione investigativa fra la Polizia italiana e quella svizzera. Caridi era latitante esattamente dal 6 dicembre del 2014, ovvero dal giorno in cui si era sottratto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contestuale alla sua alla condanna a 9 anni e 6 mesi per associazione mafiosa.
Le attività investigative per localizzarlo, coordinate dalla Dda della città dello Stretto e svolte dalla Squadra Mobile, avevano portato ad individuarlo, appunto, in Svizzera, a Ried Brig, nel Cantone Vallese, dove la Polizia elvetica, lo scorso 3 agosto, lo aveva rintracciato e arrestato.
Nel dicembre del 2011, gli investigatori calabresi, con il coordinamento dello Sco, e a conclusione di un’articolata indagine della Dda contro le cosche della ‘ndrangheta reggina, oltre a Caridi, in quel momento considerato come il reggente dell’omonimo clan, nell’ambito dell’operazione Alta Tensione 2, aveva arrestato anche Domenico e Filippo Condemi, Rosario Calderazzo, Vincenzo Rotta e Vincenzo Lombardo, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni.
Le investigazioni fecero emergere come la cosca Caridi avesse il completo controllo delle attività estorsive, accompagnate da danneggiamenti e intimidazioni, soprattutto ai danni dei commercianti dei quartieri Ciccarello, Modena e San Giorgio Extra del capoluogo.
“Lello”, dopo l’arresto del dicembre del 2011, era tornato in libertà nell’agosto del 2013 a seguito del pronunciamento del Tribunale del Riesame, che ne aveva disposto la scarcerazione. Ma il 5 dicembre dell’anno dopo, il Tribunale di Reggio Calabria, nel comminare allo stesso la condanna, e accogliendo la richiesta di emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere a suo carico, avanzata dalla Dda, ne aveva emesso l’ordinanza che è stata eseguita oggi nell’aeroporto di Fiumicino, dopo ovviamente le procedure di estradizione dalla Svizzera. Caridi si trova ora ristretto nella Casa Circondariale di Rebibbia, a Roma.
(aggiornata alle 18:20)