Condannato per ‘ndrangheta ed “espulso” dalla Svizzera: non potrà rientrarci per 20 anni
Il Tribunale Amministrativo Federale svizzero ha decretato un divieto d’ingresso di 20 anni a carico di Leo Caridi, sessantenne originario della provincia di Reggio Calabria, residente fino al 2017 nel Cantone Vallese ed arrestato nel corso di un’operazione internazionale a Madrid.
L’uomo, condannato più volte in Italia per reati collegati alla criminalità organizzata e ritenuto a capo di una cosca, è stato definito “una grave minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera”.
La Fedepol ha ricostruito gli spostamenti del soggetto, che nel 2016 e 2017 ha lavorato regolarmente nel cantone presso un’attività collegata al settore immobiliare. Questo però era stato condannato quattro volte per reati commessi in tre distinti cantoni – Vaud, Neuchatel e Vallese – e già attenzionato in quanto sospettato di essersi recato in Svizzera per ramificare il sodalizio criminale ed infiltrarsi nel tessuto economico locale.
Per tali motivi, e viste anche le condanne per ‘ndrangheta emesse dalla magistratura italiana, il Tribunale Svizzero ha ritenuto “di interesse pubblico e legittimo” l’allontanamento ed il divieto d’ingresso del soggetto.