Gli interessi della ‘ndrangheta in Liguria, scatta il sequestro di beni
Nel giugno dell’anno scorso otto persone erano finite in arresto - tra cui l’allora Sindaco di Lavagna – e altre tre misure cautelari erano state eseguite a carico di altrettante persone. Nel marzo di quest’anno, invece, un’altra operazione aveva portato all’arresto di quattro soggetti.
Da queste indagini, condotte dalla questura di Genova, sotto il coordinamento della Procura ligure, si è arrivati oggi ad un sequestro - eseguito tra Genova e Milano - e che va a colpire, secondo gli inquirenti, beni riconducibili alla 'ndrangheta calabrese e ai suoi interessi in Liguria.
La misura ha raggiunto alcuni soggetti che sono considerati appartenenti alla 'ndrangheta ma che da anni risiedono in Liguria e ritenuti responsabili di usura, estorsione, esercizio abusivo di attività finanziaria, traffico di stupefacenti, riciclaggio di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni e società.
“LOCALE” E LE INFILTRAZIONI NEL COMUNE DI LAVAGNA
Sotto la lente degli uomini della squadra mobile vi sono in particolare le proiezioni e gli interessi economici della ‘ndrina Rodà-Casile nella provincia di Genova. L’operazione del giugno 2016 avevano portato infatti ad individuare nuovi investimenti, sia immobiliari che in attività economiche nel settore delle videolottery, realizzati da quello che è ritenuto l’uomo di fiducia del capo della “Locale di Lavagna” che a marzo è stato poi arrestato insieme ad altri tre affiliati.
A seguito di questi arresti e dell’attività della Commissione d’accesso nominata dal Prefetto del capoluogo ligure, il 14 aprile il Consiglio comunale di Lavagna fu sciolto per “comprovate infiltrazioni della criminalità organizzata in quell’Ente territoriale”.
Gli accertamenti patrimoniali, realizzati dalla Sezione Criminalità Organizzata della Mobile genovese, hanno consentito alla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale di emettere così il provvedimento di sequestro di tutti i beni immobili, autovetture di grossa cilindrata, conti correnti e deposito titoli nella disponibilità dei presunti affiliati ai Rodà-Casile della zona, oltre che di imprese gestite dagli stessi tramite diversi prestanome, collegati a loro da vincoli di parentela.
I BENI SEQUESTRATI
Nel dettaglio, i sigilli sono scattati in via d’urgenza a 5 appartamenti e 4 garage a Lavagna (GE), Sestri Levante (GE) e Milano; tre locali commerciali sempre a Lavagna e Sestri Levante; altre tre attività economiche nel settore della gestione e affitto di videolottery, delle scommesse on-line e della gastronomia (a Lavagna e Sestri Levante); 20 rapporti bancari e cinque vetture (di cui due di grossa cilindrata): il tutto per un valore complessivo stimabile in circa 4milioni di euro.
Il sequestro ha interessato i beni riconducibili a Francesco Antonio Rodà: si tratta di diversi immobili, sia ad uso abitazione che commerciale tra Lavagna, Sestri e Milano; box; tre auto, un’impresa individuale e una società a responsabilità limitata.
Un altro dei soggetti raggiunti dal provvedimento è Paolo Paltrinieri. I beni cautelati in questo caso, sono un appartamento a Sestri Levante, l’1% di una società e la metà di un’altra (entrambi del settori scommesse) oltre a due auto.
(Aggiornata alle 13:00)