Pignoramento di oltre 50mila euro, Regione “congela” lo stipendio di Salerno
Pignoramento da 50mila euro per Nazzareno Salerno e il “congelamento” dello stipendio per il consigliere regionale.
È la decisione degli uffici amministrativi di Palazzo Campanella che hanno proceduto, già da questo mese, a trattenere il salario del politico coinvolto nell’inchiesta “Robin Hood”.
Il provvedimento è stato adottato in seguito al pignoramento verso terzi emanato, nelle scorse settimane, dal Tribunale di Vibo Valentia in esecuzione di un decreto ingiuntivo presentato dalla società Cooperfin.
Gli uffici amministrativi della Regione hanno quindi deciso di accantonare le somme dovute al consigliere di Serra San Bruno per un totale complessivo di circa 53 mila euro.
Sin da questo mese, quindi, si è proceduto ad una maxi-trattenuta di oltre 8mila euro, in pratica l’intero importo percepito al netto delle trattenute.
Si tratterebbe di un finanziamento che la Cooperfin ha erogato in passato su richiesta dello stesso Salerno per le sue attività imprenditoriali.
Il consigliere regionale però non sarebbe riuscito a fare fronte agli impegni presi anche perché, nel frattempo, è esplosa l’inchiesta “Robin Hood” e la magistratura ha operato, tra le altre cose, anche un sequestro preventivo bloccando tutti i conti correnti.
L’ex assessore al Lavoro della giunta Scopelliti era stato colpito l’anno scorso da un provvedimento di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine, condotta dalla Dda di Catanzaro, la “Robin Hood” appunto, con la quale si ipotizza un suo coinvolgimento in una sorta di “comitato d’affari” che avrebbe distratto i fondi europei destinati al credito sociale.
Soldi, quest’ultimi, destinati ai poveri e che – secondo l’accusa – sarebbero finiti sui conti correnti di alcune società private e, tra queste, figurerebbe anche la stessa Cooperfin.
Dopo mesi di detenzione, Salerno è tornato in libertà nelle scorse settimane ma resta indagato a piede libero in attesa del processo.