Gestione “allegra” del Credito sociale, sequestro beni ad ex assessore regionale
Delle nuove irregolarità emergerebbero nella gestione del progetto regionale denominato “Credito Sociale” e messe in luce portate dall’attività investigativa svolta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia sotto le direttive della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Come si ricorderà le indagini eseguite nell’ambito dell’operazione “Robin Hood”, avevano portato, nel febbraio scorso, all’arresto di nove persone indagate, a vario titolo, per corruzione, peculato, turbativa d’asta e falso materiale in atto pubblico.
La tesi degli inquirenti era che esistesse un presunto “comitato d’affari” che gestiva a proprio piacimento le risorse del progetto regionale.
Nell’inchiesta vennero coinvolti l’ex assessore al Lavoro delle regione e consigliere di Forza Italia, Nazzareno Salerno e Pasqualino Ruberto, ex numero uno di “Calabria Etica”; oltre ad ex dirigenti e funzionari pubblici.
In pratica, si sarebbero distratte le risorse comunitarie destinate alle famiglie in difficoltà indirizzandole su dei conti correnti di società private, anche all’estero: il tutto sotto l’ingerenza di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta, quella dei Mancuso di Limbadi, nel vibonese.
Gli accertamenti svolti successivamente dalle Fiamme Gialli, avrebbero oggi portato a rilevare anche delle irregolarità nella nomina di un “Comitato di Gestione” che era stato costituito per curare l’istruttoria delle domande degli aspiranti al beneficio del credito sociale; pratiche che - secondo gli investigatori - avrebbero potuto essere tranquillamente preparate dal personale interno all’Ente, senza alcun costo aggiuntivo per la Regione.
Secondo l’ipotesi accusatoria, che ha già superato il vaglio del Tribunale del Riesame di Catanzaro, si sarebbe dapprima costituito il comitato e poi, senza l’avvio di procedure di selezione “a tutela dell’interesse della Pubblica Amministrazione”, sarebbero stati nominati e, di conseguenza, messi sotto contatto cinque professionisti per un costo di circa 237mila euro.
Al termine degli approfondimenti investigatovi, così, nei confronti dell’ex Assessore al Lavoro, Formazione Professionale, Famiglia e Politiche Sociali della Regione è stato disposto il sequestro delle somme percepite dai professionisti.