Agguato Pesaro, trasferite le due famiglie Bruzzese
Lasceranno l'attuale residenza per trasferirsi altrove, sempre all'interno del programma di protezione, le famiglie di Marcello Bruzzese, ucciso da due killer in pieno centro a Pesaro nel pomeriggio di Natale (LEGGI), e di suo fratello Girolamo Biagio, ‘ndranghetista e collaboratore di giustizia.
Lo ha deciso il servizio di protezione del Viminale, che ha già portato altrove proprio 'Mommo', 55 anni, che nell'ottobre 2003, quando era latitante, sparò al capoclan Teodoro Crea, costringendolo alla sedia a rotelle.
Le due famiglie Bruzzese avevano chiesto alle autorità competenti di non essere trasferite, anzi - come ha confermato il ministro Salvini subito dopo l'omicidio - Marcello aveva chiesto di uscire dal programma di protezione, senza però comunicarlo ai suoi familiari.
Del resto a Pesaro si erano perfettamente integrati nella vita cittadina: i figli andavano regolarmente a scuola e frequentavano le parrocchie, la vittima aveva frequentato un corso serale in un istituto cittadino e si vedeva in giro per il centro, spesso in compagnia di 'Mommo', che godeva di due ore di permesso giornaliero visto che era agli arresti domiciliari.
È stato così anche quel pomeriggio del 25 dicembre scorso: sono stati visti passeggiare poco distante da Via Bovio, dove abitava Marcello, quindi si sono separati per raggiungere le rispettive abitazioni, distanti fra loro solo poche centinaia di metri e ben identificate, grazie alla presenza di nomi e cognomi sulle cassette delle lettere, strappati via solo dopo l'omicidio.
Evidentemente, nonostante il passato di entrambi (a Rizziconi, nel luglio del 1995, Marcello Bruzzese è scampato miracolosamente a un agguato, nel quale morirono il padre e un cognato), entrambi non temevano alcuna vendetta della ‘ndrangheta.
Nel frattempo la salma di Marcello Bruzzese è stata messa a disposizione dei familiari per i funerali, che avranno luogo in una località segreta, così come non è noto il luogo dove verrà tumulata.