Addestravano terroristi internazionali, tre marocchini arrestati nel catanzarese
Tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e nove perquisizioni personali e domiciliari sono state eseguite stamani dalla Digos di Catanzaro nei confronti di cittadini extracomunitari di origine marocchina, appartenenti alle comunità islamiche del catanzarese e del lametino, ritenuti responsabili di addestramento ad attività di terrorismo internazionale. Nel corso delle indagini è emerso che i tre utilizzavano la rete internet per procacciarsi e diffondere documenti multimediali, inerenti attività di addestramento all'uso di armi ed esplosivi e di software utilizzabili per il sabotaggio dei sistemi informatici. L'operazione è la risultanza di una complessa attività investigativa, protrattasi per mesi, compiuta dal personale della Questura di Catanzaro, del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma e del Compartimento di Polizia Postale per la "Calabria", con la direzione della Procura della Repubblica di Catanzaro, attraverso centinaia di intercettazioni telefoniche ed ambientali e pedinamenti.
L'imam della comunità marocchina di Sellia Marina (un paese sulla costa ionica tra Catanzaro e Crotone) ed il figlio sono due delle tre persone arrestate stamani dalla polizia con l'accusa di addestramento ad attività di terrorismo internazionale. Il terzo arrestato, invece, fa parte della comunità marocchina di Lamezia Terme. Nel corso delle perquisizioni, la polizia ha arrestato anche un'altra persona, non per terrorismo, ma per detenzione di sostanze stupefacenti. Nella sua abitazione, infatti, è stata trovata una quantità di marijuana ed un bilancino di precisione.
I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 nella Questura di Catanzaro. All'incontro con i giornalisti parteciperanno il procuratore della Repubblica, Vincenzo Antonio Lombardo, il questore Vincenzo Roca, e gli investigatori che hanno condotto le indagini.