Terrorismo: i marocchini arrestati a Catanzaro non rispondono al Gip
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere due dei tre uomini residenti nel catanzarese finiti in carcere due giorni fa con le accuse di svolgere attivita' di terrorismo internazionale. Brahim Garouan, 25 anni, residente a Sellia Marina (Cz), e Younes Dahhaky, 28, residente a Lamezia Terme (Cz), hanno scelto il silenzio davanti al giudice distrettuale per le indagini preliminari di Catanzaro, Emma Sonni, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare a loro carico. E' stato rinviato a domani mattina, invece, l'interrogatorio di garanzia di M'Hamed Garouan, imam della moschea di Sellia Marina, padre di Brahim, per il quale si e' resa necessaria la presenza di un interprete. Per gli altri due indagati i difensori, gli avvocati Enzo Galeota e Vittorio Plati', non hanno ancora avanzato alcuna istanza di scarcerazione al gip, ma con ogni probabilita' ricorreranno al tribunale del riesame. I tre uomini, tutti di nazionalita' marocchina, sono finiti in manette nell'ambito dell'inchiesta battezzata "Nostalgia" ("Hanein", come il nome di un sito islamista visitato dai sospettati), che ha visto gli uomini della Digos effettuare perquisizioni anche a carico di altre nove persone indagate. Le accuse formulate dai sostituti procuratori della Repubblica titolari del caso, Elio Romano e Carlo Villani, parlano di presunte attivita' di addestramento alle azioni violente con finalita' di terrorismo, radicalizzazione e proselitismo nei confronti di appartenenti alle comunita' islamiche, poiche' i tre marocchini, secondo gli inquirenti, utilizzavano la rete internet per procacciarsi e diffondere documenti multimediali riguardanti l'uso di armi ed esplosivi, e software per il sabotaggio dei sistemi informatici.