Omicidio Pagliuso. Cassazione: mancano indizi sul mandante, annullata ordinanza
La quinta Sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati di Luciano Scalise annullando con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame (disponendone un nuovo giudizio) relativa al rigetto della richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico dell’uomo dal Gip distrettuale di Catanzaro (LEGGI).
Scalise, 41 anni, è accusato di essere il mandante dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso (all’epoca 43enne) ammazzato a Lamezia Terme il 9 agosto del 2016 (LEGGI).
Contestazione che per la Cassazione mancherebbe “di gravi indizi di colpevolezza”, da qui l’accoglimento dell’istanza presentata dai legali dell’uomo, Piero Chiodo ed Antonio Larussa.
Il 41enne - che gli investigatori della Dda ritengono ai vertici dell’omonima cosca di Decollatura - resterà comunque fra le sbarre, dovendo rispondere di associazione per delinquere di tipo mafioso nell'ambito dell’inchiesta “Reventinum”, che risale al gennaio scorso (LEGGI).
A tutti gli indagati di quest’ultima operazione si contesta l’appartenenza a due contrapposte cosche di ‘ndrangheta dell’area montana del lametino, quella degli Scalise, appunto, e dei Mezzatesta.
Scalise, come accennavamo, venne poi accusato di essere il mandante dell’omicidio Pagliuso, il cui esecutore materiale sarebbe stato invece Marco Gallo (33 anni) (LEGGI).
Il 47enne, però, nei mesi scorsi durante l’interrogatorio di garanzia ha sempre negato ogni sua responsabilità nell’assassinio. Toccherà ora e di nuovo al Tdr decidere sulla vicenda per un nuovo giudizio.