Ugl sanità. “Medicina a Cosenza? Una provocazione”

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo

“Lotta dura su tre fronti: politico, sindacale, studentesco. Chi vuole smembrare la Facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia dovrà certamente fare i conti con un movimento di base già agguerrito che non darà spazio ad accordi sottobanco di qualsiasi genere”. E’ quanto sostiene il segretario provinciale dell’Ugl-sanità, Vincenzo Ursini, in relazione al deliberato del presidente del Consiglio provinciale di Cosenza di dar vita ad una seconda Facoltà di Medicina nella città dei Bruzi. “Ad un anno di distanza dalla lettera di alcuni primari ospedalieri casentini, - prosegue Ursini - che già nel gennaio del 2010 avevano chiesto l’istituzione della seconda Facoltà ad Arcavacata, questo nuovo tentativo di smembrare l’Ateneo catanzarese, in un momento così drammatico per tutto l’ambiente universitario italiano, non aiuta certamente a migliorare i rapporti tra le due città, divise da anni da un velato antagonismo culturale che nasce indubbiamente dalla consapevolezza del ruolo di primissimo piano, sia pure diversificato, assunto dalle due rispettive università”. “Chiedere e deliberare l’istituzione di una seconda Facoltà di Medicina a Cosenza, è, - sostiene il segretario provinciale dell’Ugl sanità - una ennesima provocazione contro la città capoluogo e l’intero corpo accademico. Siamo in presenza di una nuova richiesta di campanile che va rispedita al mittente con fermezza, per evitare che l’offerta formativa di primissimo piano, assicurata dalla Facoltà di Medicina di Catanzaro e riconosciuta ormai a livello internazionale, subisca inevitabili contraccolpi”. “Come Ugl-sanità, - aggiunge Ursini - condividiamo le dichiarazioni dell’On.le Michele Traversa e quelle dell’assessore regionale Piero Aiello, perché ci sembra più che giusto che in Calabria trovino spazio e si sviluppino corsi universitari diversificati. Una formazione globale non può prescindere da una offerta accademica quanto più ampia possibile, senza doppioni inutili e, sotto alcuni aspetti, anche dannosi”.

“La Calabria, già ampiamente lacerata dalla disoccupazione, dalla politica del malaffare e dalla mancanza di qualsiasi opportunità per le giovani generazioni, ha bisogno d’altro. Semmai andrebbero condivise e sostenute le scelte della Magna Gracia indirizzate a mantenere quella formazione di qualità assicurata in questi anni, grazie ad una oculata gestione di tutte le attività accademiche e di ricerca. Se molti giovani medici calabresi trovano un dignitoso posto di lavoro in Italia o all’estero (qui, fino a quando il merito non sarà considerato come primo elemento di selezione, non avranno mai qualche possibilità), è perché sono stati adeguatamente formati da docenti di primissimo piano ai quali va tutta la nostra stima e il nostro sostegno. “Ci chiediamo - continua il segretario dell’Ugl-sanità - come mai i rappresentanti del Consiglio provinciale di Cosenza non si siano attivati due anni or sono deliberando di sostenere la protesta degli studenti e del corpo docente della Magna Graecia, contro la decisione assurda del Miur di accorpare ben 16 Scuole di Specializzazione agli atenei di Napoli e Bari. Quella, era una giusta occasione per chiedere non solo la conferma, ma anche il potenziamento dei posti destinati all’Università calabrese. Un futuro diverso per i giovani medici della nostra regione si costruisce attivando battaglie comuni e trovando una giusta e dignitosa strada occupazionale che assicuri un posto dignitoso a tutti, all’interno delle aziende sanitarie ed ospedaliere, per evitare che molti di loro debbano ancora continuare a scegliere tra il “niente” della Calabria e il “tutto” delle regioni del Centro-Nord. E’ una sfida certamente ambiziosa, ma non impossibile, se ciascuno di noi darà il proprio contributo senza pensare a beceri localismi”.