La ‘ndrangheta e il traffico di rifiuti: arresti in quattro regioni, sequestrate cinque aziende

Reggio Calabria Cronaca

Quasi una trentina di persone, 29 esattamente, son state raggiunte stamani da altrettante misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, Vincenza Bellini.

Agli indagati - tra cui spiccano diversi presunti esponenti di vertice della ‘ndrangheta - si contestano a vario titolo l’associazione a delinquere di stampo mafioso, il traffico illecito di rifiuti ed altri reati ambientali.

Il blitz è scattato all’alba in Calabria, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna ed ha portato anche al sequestro di cinque aziende di trattamento rifiuti tra la nostra regione e l’Emilia.

Le investigazioni che hanno condotto all’operazione odierna, chiamata in codice “Mala Pigna”, sono state eseguite dal Nipaaf, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare dei Carabinieri Forestali di Reggio Calabria, e sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica della città dello Stretto.

Ad eseguirla, stamani, i carabinieri del Gruppo Carabinieri Forestale reggino, coadiuvati dai colleghi di tutte e cinque le regioni coinvolte, con il supporto dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria e dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia.

I dettagli saranno resi noti durante una conferenza che si terrà alle 11 presso il Comando Provinciale dell’Arma di Reggio Calabria, alla quale parteciperanno il Generale Antonio Pietro Marzo, comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri; ed i vertici della Procura locale.

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