Inchiesta Poseidone: abbreviati, chieste due condanne
Si e' conclusa con due richieste di condanna, oggi a Catanzaro, la requisitoria del procuratore aggiunto della Repubblica, Giuseppe Borrelli, nell'ambito dei due giudizi abbreviati chiesti da altrettanti imputati coinvolti nell'inchiesta "Poseidone", su presunti illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione in Calabria. Il pm ha chiesto al giudice dell'udienza preliminare Maria Rosaria Di Girolamo di condannare a un anno di reclusione l'ingegnere Giovanni Angotti, 77 anni, di Colosimi (Cs), uno dei componenti della commissione aggiudicatrice per l'affidamento dell'appalto per la concessione di costruzione e gestione dei lavori di realizzazione di un nuovo impianto di depurazione nel comune di Catanzaro Lido, ed a nove mesi di reclusione Domenico Sodaro, 47 anni, di Vibo Valentia. Le arringhe dei difensori dei due imputati - l'avvocato Aldo Casalinuovo per Angotti e l'avvocato Domenico Colaci per Sodaro - sono previste per giorno 20 maggio. E' attesa per giorno 27, invece, la sentenza relativa ai due riti alternativi, ed anche la decisione del gup relativa alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti degli altri 35 indagati per i quali si sta svolgendo la normale udienza preliminare. L'inchiesta "Poseidone" fu avviata nel 2005 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris. Nel 2007, dopo che la delega all'indagine fu revocata a de Magistris con quello che ha dato il via alle ben note vicende conclusesi con denunce e controdenunce all'autorita' giudiziaria di Salerno, il caso passo' al collega Salvatore Curcio, fino ad arrivare, nel 2009 nelle mani del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, che in 5 mesi l'ha portata a compimento con un avviso di conclusione delle indagini emesso a settembre 2009. Di gennaio 2010, infine, la richiesta di rinvio a giudizio per 39 persone (due posizioni sono state stralciate per difetti di notifiche, due persone hanno chiesto l'abbreviato, un indagato e' deceduto e gli altri proseguono secondo la normale udienza preliminare). Il 18 febbraio il procuratore aggiunto ha concluso la sua requisitoria in aula chiedendo il rinvio a giudizio di tutti gli indagati e per tutte le accuse mosse loro - complessivamente si va dall'associazione per delinquere alla concussione, alla falsita' ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata liberta' degli incanti, abuso d'ufficio -. Tra le persone coinvolte nel procedimento Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale calabrese, nonche' legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale; Domenico Antonio Basile, ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria; Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l'ufficio del commissario; diversi funzionari pubblici ed imprenditori.