Poseidone: il 18 febbraio decisione su competenza gup

Catanzaro Cronaca

Si saprà il 18 febbraio se il giudice di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, si ritenga competente o meno a trattare l'udienza preliminare nei confronti dei alcuni dei trentanove indagati coinvolti nell'inchiesta "Poseidone", avviata nel 2005 su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione in Calabria. Il rinvio e' stato disposto oggi dopo che l'avvocato Francesco Gambardella ha depositato per iscritto la sua eccezione, con cui ha sostenuto l'incompetenza territoriale del magistrato a trattare il caso, in favore del collega del tribunale di Paola (Cosenza) perché i reati contestati ai suoi assistiti - e cioè Orsola Reillo, 45 anni, di Lamezia Terme (Cz), l'ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria Domenico Antonio Basile, e Asnora Porcaro, 52 anni, di Maida (Cz) - sarebbero stati consumati a Scalea (Cs). Questa ed altre eccezioni il giudice dovrà affrontare nell'ambito dell'udienza che, lo scorso 3 dicembre, l'ha vista dichiarare la nullità della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di due dei trentanove indagati - la stessa Reillo ed Enrico Mignolo, 29 anni, di Vibo Valentia - rispetto ai quali l'avvocato Gambardella aveva rilevato la mancata notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, ottenendo che tutto tornasse alla Procura della Repubblica perché nei confronti dei due indagati si ricominciasse da una nuova notifica dell'avviso di conclusione indagini. L'oramai datata inchiesta "Poseidone" fu avviata nel 2005 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris. Nel 2007, dopo che la delega all'indagine fu revocata a de Magistris con quello che ha dato il via alle ben note vicende conclusesi con denunce e controdenunce all'autorità' giudiziaria di Salerno, il caso passò al collega Salvatore Curcio, fino ad arrivare, nel 2009 nelle mani del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, che in 5 mesi l'ha portata a compimento con un avviso di conclusione delle indagini emesso a settembre 2009 nei confronti di quaranta persone. Di gennaio scorso, infine, la richiesta di rinvio a giudizio dell'aggiunto a carico di trentanove indagati. Tra questi Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale calabrese, nonché legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale; Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l'ufficio del commissario; diversi funzionari pubblici ed imprenditori. Associazione per delinquere, concussione, falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata libertà degli incanti, abuso d'ufficio, le ipotesi delittuose che, a vario titolo, comparivano già nell'avviso di conclusione delle indagini. Sulla maggior parte delle contestazioni, comunque, incombe la prescrizione.