Poseidone: ultime arringhe difensive, 3 giugno decisioni gup
Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l'ufficio del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale in Calabria, imputato nel procedimento scaturito dall'inchiesta "Poseidone", su presunti illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione, ha preso la parola, oggi, nel corso dell'udienza preliminare a carico suo e di altre 34 persone. Davanti al giudice, Maria Rosaria di Girolamo, Papello ha voluto rilasciare spontanee dichiarazioni relative all'ufficio ricoperto e tese a chiarire la sua posizione nel procedimento. E' stata poi la volta delle ultime arringhe dei difensori, chiamati a far prosciogliere i propri assistiti, prima del rinvio dell'udienza al 3 giugno. Quel giorno il gup deciderà se e chi rinviare a giudizio dei 35 imputati per i quali la Procura ha chiesto il processo, ed inoltre emetterà la sentenza relativa ai due giudizi abbreviati chiesti dall'ingegnere Giovanni Angotti - componente della commissione aggiudicatrice per l'affidamento dell'appalto per un nuovo impianto di depurazione nel comune di Catanzaro -, e Domenico Sodaro, per i quali il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, ha chiesto due condanne ad un anno di reclusione per il primo ed a nove mesi per il secondo, mentre i difensori, gli avvocati Aldo Casalinuovo e Domenico Colaci hanno chiesto l'assoluzione. L'inchiesta "Poseidone" fu avviata nel 2005 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris. Nel 2007, dopo che la delega all'indagine fu revocata a de Magistris con quello che ha dato il via alle ben note vicende conclusesi con denunce e controdenunce all'autorita' giudiziaria di Salerno, il caso passò al collega Salvatore Curcio, fino ad arrivare, nel 2009 nelle mani del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, che in 5 mesi la portò a compimento con un avviso di conclusione delle indagini emesso a settembre 2009. Di gennaio 2010, infine, la richiesta di rinvio a giudizio per 39 persone (due posizioni sono state stralciate per difetti di notifiche, due persone hanno chiesto l'abbreviato, un indagato e' deceduto e gli altri proseguono secondo la normale udienza preliminare). Le accuse complessivamente contestate vanno dall'associazione per delinquere alla concussione, alla falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata libertà degli incanti, abuso d'ufficio -. Tra le persone coinvolte nel procedimento Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale calabrese, nonché legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale, e Domenico Antonio Basile, ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria.