Scontro procure: De Magistris chiede costituzione parte civile
Si e' presentato oggi, con la richiesta di costituzione di parte civile dell'ex sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris, il primo nodo da sciogliere prima che possa prendere il via, davanti al tribunale di Salerno, il dibattimento nel processo a carico delle otto persone imputate per corruzione, corruzione in atti giudiziari e falsita' ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici per aver secondo l'accusa condizionato lo svolgimento delle indagini "Poseidone" e "Why not". I due procedimenti - il primo su presunti gravi illeciti nella gestione del settore della depurazione in Calabria, ed il secondo su un presunto comitato politico affaristico istituzionale che avrebbe gestito illecitamente buona parte dei fondi pubblici destinati alla regione - furono avviati proprio dall'allora pm, tra l'altro, sempre stando alle contestazioni mosse agli imputati, con l'illegale sottrazione dei relativi fascicoli alla sua competenza. Fu proprio de Magistris a dare il via all'inchiesta campana, con le denunce che fece a Salerno dopo il ritiro dei fascicoli - "Poseidone" gli fu revocata il 29 marzo 2007, "Why not" fu avocata il 19 ottobre 2007 - in cui descrisse un presunto complotto. Il collegio giudicante - nel quale, in accoglimento di un'eccezione delle difese degli imputati, il giudice De Luca ha preso il posto della collega Belmonte, ritenuta dagli avvocati incompatibile per aver archiviato un precedente procedimento in cui de Magistris era indagato - si e' riservato di decidere se ammettere la costituzione di parte civile dell'ex pm, e rendera' nota la propria decisione alla prossima udienza del 5 maggio. Gli imputati, rinviati a giudizio lo scorso 17 dicembre dal giudice dell'udienza preliminare Vincenzo Pellegrino su richiesta dei sostituti procuratori di Salerno Rocco Alfano, Maria Chiara Minerva e Antonio Cantarella sono: Dolcino Favi, ex avvocato generale e procuratore generale facente funzioni presso la Corte d'appello di Catanzaro, andato in pensione ad ottobre; Mariano Lombardi, ex procuratore capo di Catanzaro, deceduto il primo marzo; la moglie di quest'ultimo, Maria Grazia Muzzi, e il figlio di lei, Pierpaolo Greco, avuto in un precedente matrimonio; Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, a seguito di questo procedimento trasferito a Messina in via cautelare dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura; Antonio Saladino, imprenditore lamentino, ex leader della Compagnia delle Opere in Calabria, principale indagato dell'inchiesta "Why not" e condannato al termine del giudizio di primo grado; Giancarlo Pittelli, avvocato penalista catanzarese e parlamentare del Pdl; Giuseppe Galati, parlamentare del Pdl ed ex sottosegretario alle Attivita' produttive.