Why not. Tursi Prato conferma accuse, nuova udienza il 4 marzo
Oggi in aula, al processo a carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito dell'inchiesta "Why not", ha sostanzialmente confermato le dichiarazioni accusatorie gia' rilasciate in fase di indagini, Giuseppe Tursi Prato, 55 anni, ex consigliere regionale calabrese del Partito socialdemocratico (nelle cui liste si e' candidato anche alle elezioni per il Senato del 2006) ed ex presidente della Asl di Cosenza, uno dei due testimoni chiave dell'intera indagine. L'inchiesta, coordinata dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest'ultimo, affidata alla Procura generale di Catanzaro, riguardava un presunto comitato d'affari politico affaristico che avrebbe illecitamente gestito i soldi pubblici destinati allo sviluppo della Calabria, e proprio di questo Tursi Prato ha parlato davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Antonio Battaglia (a latere Adriana Pezzo e Giovanna Mastroianni), descrivendo quel presunto sistema di "relazioni d'affari", come lui stesso l'ha definito, tra l'imprenditore di Lamezia Terme Antonio Saladino, ex leader della Compagnia delle opere in Calabria e principale indagato di "Why not", ed esponenti politico istituzionali di destra come di sinistra, purche' fossero in grado, ha aggiunto, di garantire i giusti appoggi per l'approvazione dei progetti che stavano a cuore all'imprenditore. Ed anche se sui singoli progetti incriminati nell'inchiesta "Why not" Tursi Prato non ha saputo dire molto, trincerandosi anche ogni tanto dietro a qualche "non ricordo", l'ex consigliere ha ripetuto che il presunto meccanismo illecito avrebbe previsto un preciso scambio: approvazione di progetti da una parte, posti di lavoro e quindi voti dall'altra. Esattamente come disse durante le indagini all'ex pm de Magistris, quando spiego': "Guardate che questo fatto delle campagne elettorali non e' che lo scambio di voti esiste solamente tra mafia e politica... Il vero scambio di voti sta anche qui, cioe': Io ti finanzio un progetto, te lo finanzio a condizione che tu mi assumi le persone che dico io, le persone che ti dico io mi fanno i voti... ". "Sul lavoro interinale - materia di cui si occupa Saladino, aggiunse poi Tursi Prato - e' concentrata la massima attivita', essendo un settore molto utile e redditizio. Utile perche' gli consente di avere in mano la gestione di grossi flussi finanziari, e attraverso questi flussi economici, puo' creare notevoli posti di lavoro. Il posto di lavoro diventa la forza di contrattazione con il potere politico ed istituzionale". Cosi', secondo Tursi Prato, Saladino avrebbe avuto rapporti "d'interesse" col presidente della Regione Calabria di turno, passando dalla destra, con Chiaravalloti, alla sinistra, quando arrivo' Loiero (sia Chiaravalloti che Loiero sono stati assolti da ogni accusa a loro carico, il 2 marzo scorso, al termine dei giudizi abbreviati, ed ora la Procura ha proposto appello). Ma Tursi Prato, rispondendo alle domande dei sostituti procuratori generali Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, ha parlato anche dei rapporti di Saladino con altri politici dei due schieramenti, come Franco Morelli e Pino Gentile, o Nicola Adamo e Mario Pirillo (per Gentile e Pirillo e' gia' intervenuto il proscioglimento totale da ogni contestazione). In mattinata erano stati sentiti altri testi, militari della Guardia di finanza che svolsero le indagini, e due ex dipendenti della "Why not", uno dei quali, Giuseppe Portafoglio, ha raccontato di essersi rivolto al consigliere regionale dei Ds Franco Amendola quando cercava lavoro, e poi di essere stato assunto come consulente alla Why not per cinque mesi ma di aver di fatto lavorato nella segreteria provinciale dei Ds di Catanzaro. Il processo, in cui la Regione Calabria e Fincalabra sono costituite parte civile, e' stato aggiornato al 4 marzo.