Why Not: atti ad ispettori Ue, a rischio fondi per Calabria
Il taglio dei fondi comunitari ancora non corrisposti: è quanto rischia la Regione Calabria se gli ispettori dell'Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, riscontreranno che c'é stata effettivamente una frode nell'utilizzo dei finanziamenti comunitari al centro dell'inchiesta Why not. Gli ispettori sono da ieri a Catanzaro e stanno acquisendo alla Procura generale i documenti ritenuti utili per la loro valutazione. Una volta esaminate le carte, l'Olaf trasmetterà una relazione con le proprie valutazioni alla Direzione generale dell'Unione europea che si occupa dell'erogazione dei fondi sulla base dei progetti presentati. Sulla base di queste, l'Ue, deciderà se la frode è stata commessa oppure no. In caso affermativo scatterebbero le sanzioni, la principale delle quali é la revoca di futuri finanziamenti per un importo uguale a quello frodato. L'attività dell'Olaf, non si rivolge contro gli indagati, essendo di carattere amministrativo, e non è strettamente correlato al procedimento penale. L'esistenza della frode, infatti, può essere stabilita anche in presenza dell'assoluzioni degli imputati. Essendo un organismo comunitario, inoltre, l'Olaf ha rapporti con la Regione in quanto partner dell'Ue per l'utilizzo dei finanziamenti decisi in sede comunitaria. Qualora la Regione dovesse essere sanzionata, ha comunque la possibilità di rivalersi su chi è stato individuato come il beneficiario della frode secondo la normativa italiana. L'inchiesta Why Not, avviata dall'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, adesso eurodeputato di Idv, e poi avocata dalla Procura generale, nel marzo scorso è giunta a una prima definizione. Il gup di Catanzaro, a conclusione del processo con rito abbreviato, ha condannato otto persone e ne ha assolte altre 34. Nell'udienza preliminare sono stati poi rinviati a giudizio 27 imputati mentre altri 28 sono stati prosciolti.