Why not: Catanzaro al via processo per associazione a delinquere
È iniziato oggi, a Catanzaro, il processo alle sei persone coinvolte nell'inchiesta "Why not", su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici destinati alla Calabria, rinviati a giudizio con l'accusa di associazione a delinquere dopo essere stati in un primo momento prosciolti. Dopo la costituzione delle parti, è stata la volta della richiesta dei mezzi di prova, e la Procura generale, in particolare, rappresentata dai sostituti Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, ha presentato una lista di oltre cinquanta testi. Il tribunale collegiale - comunica l'Agi - ha infine rinviato all'udienza del 22 febbraio, quando però la terna giudicante dovrebbe presentarsi in diversa composizione per la variazione di un giudice. Gli imputati sono stati rinviati a giudizio lo scorso 6 aprile dal giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Livio Sabatini, davanti al quale sono comparsi dopo che la Corte di cassazione ha annullato il loro proscioglimento sentenziato il 2 marzo del 2010 dal giudice Abigail Mellace.
Si tratta, in particolare, degli esponenti politici Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo, ed inoltre del coordinatore del consorzio "Brutium" di cui si parla nell'inchiesta "Why not", Giancarlo Franzè, e del dirigente della Regione Calabria, Aldo Curto. Le sei persone furono indagate nella nota inchiesta avviata nel 2006 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest'ultimo, affidata alla Procura generale di Catanzaro, che riguardava un presunto comitato d'affari politico affaristico che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati alla Calabria. Poi, al termine dell'udienza preliminare, i sei indagati furono prosciolti dall'accusa di associazione a delinquere - diciassette in totale quelli che il gup Abigail Mellace scagionò completamente, mentre 27 furono gli imputati rinviati a giudizio.
Seguì l'impugnazione della Procura generale con un ricorso alla Cassazione contro, in particolare, il proscioglimento dall'accusa di associazione per delinquere. Un ricorso accolto il 20 luglio scorso dal Giudice supremo che ha annullato la decisione del gup rinviando gli atti a Catanzaro per una nuova udienza preliminare. Infine, il 6 aprile, il rinvio a giudizio che ha portato tutti al processo.