Why Not: ascoltati numerosi lavoratori, nuova udienza 13 giugno
Sfilano a decine, davanti al tribunale collegiale di Catanzaro, i testimoni chiamati in aula nell'ambito del processo a carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito della nota inchiesta "Why not". L'inchiesta, avviata nel 2006 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest'ultimo, affidata alla Procura generale di Catanzaro, riguardava un presunto comitato d'affari politico affaristico che avrebbe illecitamente gestito i soldi pubblici destinati allo sviluppo della Calabria. All'udienza di oggi, protrattasi fino a tardo pomeriggio, sono stati sentiti uno dopo l'altro numerosi lavoratori assunti dalla "Why not", che hanno riferito delle mansioni svolte nell'ambito dei progetti per i quali erano stati chiamati e che erano finanziati dalla Regione. Il processo e' stato infine aggiornato all'udienza del 13 giugno - cui seguira' quella gia' fissata del 28 giugno - per l'audizione di altri testi indicati nelle corpose liste dell'accusa rappresentata dai sostituti procuratori Massimo Lia ed Eugenio Fcaciolla, e della difesa. Sul banco degli imputati siedono le 27 persone rinviate a giudizio il 2 marzo 2010, tra le quali anche Caterina Merante, testimone chiave dell'inchiesta "Why Not", chiamata a rispondere dell'unico capo d'accusa contestatole: una contravvenzione alle leggi in materia di lavoro. Gli altri sono Aldo Curto, Marino Magaro', Gennaro Ditto, Francesco Morelli, Antonio Mazza, Rosario Caccuri Baffa, Giorgio Cevenini, Rosalia Marasco, Ennio Morrone, Cesare Carlo Romano, Rosario Calvano, Dionisio Gallo, Domenico Basile, Giancarlo Franze', Antonio Gargano, Filomeno Pometti, Michelangelo Spataro, Michele Montagnese, Pasquale Citrigno, Pasquale Marafioti, Clara Magurno, Alfonso Esposito, Giuseppe Pascale, Ernesto Caselli, Nicola Adamo, Antonino Giuseppe Gatto.