Why not: Catanzaro, chieste due condanne e tre assoluzioni
Due condanne e tre assoluzioni, queste le richieste avanzate dal sostituto procuratore generale Massimo Lia al termine della sua requisitoria nell'ambito del processo per associazione a delinquere scaturito dalla maxi inchiesta Why not. In particolare, la pubblica accusa ha chiesto al collegio giudicante del Tribunale di Catanzaro di condannare l'ex consigliere regionale Franco Morelli a due anni e 6 mesi di reclusione e Giancarlo Franzé, coordinatore del consorzio Brutium, a 2 anni. L'assoluzione per non aver commesso il fatto è stata invece richiesta per i politici Nicola Adamo, Dioniso Gallo ed Ennio Morrone.
Si tornerà in aula il 21 ottobre e il 6 novembre quando dovrebbe chiudersi anche quest'ultimo troncone dell'indagine aperta dal l'allora pm Luigi De Magistris nel 2006. Al termine dell'udienza preliminare, i cinque indagati furono prosciolti dall'accusa di associazione a delinquere - diciassette in totale quelli che il gup Abigail Mellace scagionò completamente, mentre 27 furono gli imputati rinviati a giudizio -.
Seguì l'impugnazione della Procura generale con un ricorso alla Cassazione contro, in particolare, il proscioglimento dall'accusa di associazione per delinquere. Un ricorso accolto il 20 luglio 2011 dal Giudice supremo che ha annullato la decisione del gup rinviando gli atti a Catanzaro per una nuova udienza preliminare. Infine, il 6 aprile 2012, il rinvio a giudizio che ha portato tutti a processo. (AGI)