Processo Why Not, ascoltato l’ex assessore regionale Ennio Morrone
Anche l'ex assessore della Regione Calabria Ennio Morrone, attualmente consigliere regionale, è stato sentito oggi in aula nell'ambito del processo a carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito dell’inchiesta "Why not" avviata nel 2006 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest'ultimo, affidata alla Procura generale che riguardava un presunto comitato d'affari che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati allo sviluppo della Calabria.
Davanti ai giudici del tribunale collegiale di Catanzaro - presidente Antonio Battaglia, a latere Adriana Pezzo e Giovanna Matroianni - Morrone, imputato per abuso d'ufficio, affiancato dal suo avvocato Franco Sammarco, ha risposto alle domande del sostituto procuratore generale Massimo Lia, fornendo la propria versione rispetto all'iter dei progetti regionali per i quali è stato coinvolto nell'inchiesta: avrebbe chiarito che gli stessi sono stati affidati per far fronte ad effettive necessità dell'Ente ma nei dettagli erano seguite dai funzionari, mentre l'organo politico si limitava a fornire l'indirizzo da seguire. Nessuno dei lavoratori impiegati dalle società "incriminate" cui quei progetti furono affidati - ha ribadito Morrone - sarebbe stato da lui raccomandato o segnalato in alcun modo.
Oltre all'ex assessore sono stati sentiti anche altri due imputati, Marino Magarò e Giancarlo Franzè. Quanto alle dichiarazioni di Caterina Merante, testimone chiave dell'inchiesta "Why Not", chiamata a rispondere dell'unico capo d'accusa contestatole - una contravvenzione alle leggi in materia di lavoro - la pubblica accusa ha chiesto ed ottenuto di acquisire direttamente i verbali dell'interrogatorio reso in fase di indagini. Il processo è stato infine aggiornato e proseguirà, secondo un calendario già stabilito, il prossimo 28 marzo.