Strage di Cutro. Sopravvissuti: Meloni non ha mantenuto la promessa, chiederemo i danni
È stata affidata ad una conferenza stampa, alla presenza dei familiari delle vittime del naufragio, la conclusione della tre giorni di eventi promossa dalla Rete 26 febbraio in occasione del primo anniversario del naufragio di Steccato di Cutro (QUI).
Nel museo Pitagora di Crotone, dopo un’introduzione di Manuelita Scigliano, coordinatrice delle Rete, è stato l’ambasciatore della Repubblica islamica afgana, Khaled Ahmad Zakyiya, ad intervenire.
L’ambasciatore, dopo aver ribadito di essere rappresentante diplomatico ma non politico dell’attuale governo afgano, su domanda dei giornalisti presenti ha sottolineato che dal Governo italiano non ci sono stati contatti nell’ultimo anno.
Zahra Barati, che nella tragedia di Cutro ha perso la sorella, ha detto invece che “non è giustificabile che nessuno del governo sia venuto qui a Crotone alla tre giorni di eventi organizzati per ricordare la strage di Cutro”.
Un’altra familiare delle vittime, Lailuma Nudrat, anche lei afghana, ha poi puntualizzato che “il Primo ministro (Italiano, ndr) ci aveva promesso che avrebbe fatto venire i familiari delle vittime e dei sopravvissuti in Italia o Europa e la promessa non è stata mantenuta”.
In un successivo intervento, poi, Zahara Rabati ha chiesto ai giornalisti di “diffondere le nostre richieste perché finora la premier Giorgia Meloni non ha rispettato la promessa” rimarcando che la presidente del Consiglio non abbia risposto neanche ai loro messaggi inviati in questi giorni, anche tramite il parlamentare Angelo Bonelli, “pubblicato sui suoi social in un video in italiano e inglese”.
Nel corso della conferenza è stato poi annunciato che verrà presentato un ricorso ed un’istanza per i danni subiti dai familiari delle vittime e alcuni dei sopravvissuti, anche dopo il naufragio.
Nella causa risarcitoria, che sarà intentata contro lo Stato per “responsabilità” istituzionale e organizzativa nella tragedia, verranno citati proprio la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed i dicasteri delle Infrastrutture e dell’Economia.
A spiegare la decisione l’avvocato Stefano Bertone, dello studio Ambrosio e Commodo che insieme allo studio Bona Oliva rappresenta oltre cinquanta tra sopravvissuti e familiari delle vittime della strage di un anno fa.
I legali puntano in particolare a chiarire uno degli aspetti chiave della vicenda, ovvero il quando le autorità italiane sarebbero state messe al corrente della presenza della Summer Love (il caicco arenatosi a Steccato).
Come si ricorderà dalle ore 17 del giorno prima, il 25 febbraio, un aereo Frontex aveva monitorato l'imbarcazione dopo avere intercettato alcune chiamate.
La domanda è quindi cosa abbia fatto Frontex in quelle ore prima della segnalazione delle 22.35 alla centrale di Varsavia. I legali sostengono che l’Agenzia “si sia tenuta un'informazione per diverse ore consentendo alle autorità italiane di sbagliare”.
Tra gli altri interventi anche quello di Gulaza Jashidi che ha ribadito la necessità che il governo italiano si occupi dei ricongiungimenti familiari, così come era stato promesso un anno fa a sopravvissuti e parenti.