Pd Crotone: “Occhiuto abbandona i lavoratori crotonesi”
"È ormai chiaro a tutti che dopo lo sfavillante capodanno il presidente Occhiuto e la sua maggioranza di governo abbiano abbandonato i lavoratori crotonesi". E' quanto comunicano Leo Barberio, segretario di federazione del Pd provincia di Crotone, e di Andrea Devona, capogruppo al consiglio provinciale.
"Oltre alla vertenza Abramo che occupa giustamente le prime pagine dei giornali si apre quella dei dipendenti della struttura sanitaria del crotonese Romolo Hospital, che vedono bloccarsi la loro attività lavorativa perchè il presidente e commissario alla sanità della Regione Calabria - lo stesso Roberto Occhiuto - non vuole firmare il decreto per il nuovo accreditamento regionale della struttura" (QUI), fanno sapere.
"A causa di un cavillo amministrativo l’impresa è stata costretta ad un nuovo accreditamento che ha bloccato i fondi provenienti dall’Asp dallo scorso agosto. Nonostante ciò i dipendenti, a cui offriamo tutto il nostro sostegno, hanno continuato e continuano a svolgere il proprio lavoro nonostante la situazione economica sia diventata praticamente insostenibile per l’impresa", sottolineano i due esponenti.
"A pagare tutta questa vicenda sono, oltre ai 150 dipendenti, i cittadini calabresi che rischiano di veder chiudere una struttura di eccellenza nelle cure oncologiche che nel 2023 ha erogato oltre 2500 prestazioni e il 50% delle prestazioni urologiche della regione Calabria", precisano.
"Il presidente Occhiuto dovrebbe sbloccare questa vertenza in brevissimo tempo firmando il decreto che riammetta tra gli enti convenzionati il Romolo Hospital per permettere a tutti i lavoratori di non rischiare il proprio posto di lavoro e per garantire le cure ai malati che ogni giorno combattono per la propria salute", chiosano.
"È vero che la sanità calabrese è allo sbando e servono interventi straordinari per risanare, ma non deve regnare solo l’apparenza dei social a cui fa da contraltare un sostanziale immobilismo. Il Presidente si prenda definitivamente le sue responsabilità oppure si dimetta, non può giocare a nascondino come sul tema dell’autonomia differenziata dove si espone (neanche tanto) solo a giochi fatti", concludono Barberio e Devona.