“CAraLABRIA” fa tappa ad Isola Capo Rizzuto
Nel segno di un’agricoltura etica, biologica e a basso impatto ambientale. Nella sua tappa di Isola Capo Rizzuto – sull’esteso terreno di località Cavaliere confiscato alla cosca Arena - la carovana di Legambiente “Caralabria” ha scelto di approfondire questo aspetto dell’inscindibile binomio tra ambiente e legalità. Partendo dalla incredibile esperienza che in provincia di Crotone sta accomunando una rete di soggetti nella creazione di una cooperativa di giovani incaricata di coltivare e gestire i terreni confiscati alla ‘ndrangheta, la carovana ha voluto focalizzare l’attenzione sulla necessità di ritornare ad un’agricoltura di tipo tradizionale, utilizzando i campi sottratti alla criminalità organizzata per produrre coltivazioni di qualità, nel pieno rispetto delle regole ma anche della terra e dell’ambiente. Di qui la scelta di consegnare simbolicamente una targa al coordinatore provinciale di “Libera” Antonio Tata, in rappresentanza di tutti i soggetti che stanno lavorando attivamente a questo progetto. Alla tappa erano presenti il sindaco di Isola Capo Rizzuto Carla Girasole, il presidente della commissione regionale antimafia Salvatore Magarò, l’amministratore di Legambiente nazionale Nunzio Cirino Groccia, il direttore di Legambiente Calabria Franco Falcone, Antonio Tata e Umberto Ferrari per “Libera terra”. Falcone ha brevemente riassunto la spirito che ha animato la nascita di “Caralabria”, un viaggio in sedici tappe “che vuole attirare l’attenzione su alcuni tesori ambientali e territoriali, su espe¬rienze virtuose e di pregio scelte come esempi delle buone energie, spesso poco conosciute, che ci sono nella nostra regione”. Al sindaco Girasole, poi, il compito di ripercorrere brevemente i “due anni di intenso lavoro, dai primi raccolti al bando per la cooperativa, che stanno portando al compimento di un esperimento dal forte significato simbolico. È stata dura – ha aggiunto il sindaco – ed è dura tutt’ora, ma è uno sforzo di legalità e di educazione alla legalità che tutti insieme abbiamo deciso di compiere”. Magarò si è detto felice di una iniziativa che “descrive una Calabria non abbastanza raccontata e fatta di gente che si impegna in prima persona per combattere la malavita organizzata. Se facciamo rete – ha aggiunto – il fenomeno può essere contrastato e sconfitto”. Tata ha poi spostato l’accento sul tema del giorno, sottolineando la necessità di “usare questi terreni eticamente, proprio in virtù del simbolo che rappresentano. Dobbiamo farlo – ha spiegato – producendo coltivazioni di qualità, coltivate nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni”. Non più, dunque, scelte di coltivazione dettate da incentivi economici o da un mercato condizionato. Si deve tornare alle produzioni locali, per le quali questi terreni sono naturalmente più adatti. E a metodi di coltivazione più naturali. “Dopo gli sforzi – ha proseguito Tata - fatti per arrivare alla costituzione della cooperativa, il prossimo obiettivo di Libera è quello creare una rete perché i prodotti coltivati in queste terre trovino il giusto spazio sul mercato, agevolando così il lavoro dei giovani che hanno scelto l’agricoltura etica, libera e naturale, condividendo con Legambiente e Libera il valore del rispetto delle regole e della Costituzione italiana”. “È strano e un po’ complicato – ha poi sottolineato – essere qui nella doppia veste di Legambiente Crotone e Libera, ma è anche una cosa interessante, che mi permette di condividere con tante altre persone e associazioni un percorso comune”. Nel consegnare la targa a Libera, Groccia ha poi concluso: “noi di Legambiente in questo percorso di legalità ci vogliamo stare, come vogliamo stare nel percorso di qualità ed eccellenza segnalato dalla Carovana di Caralabria. Non è stato difficile individuare le tappe, e questo dimostra che in Calabria le eccellenze ci sono; ora si tratta di metterle insieme per crescere e presentarle a tutti”.