Tagli e chiusure, le considerazioni dell’onorevole Chiappetta
"Le scelte compiute dal Governo, -scrive l'On.le Gianpaolo Chiappetta, Capogruppo PDL – Consiglio Regionale- seppure giustificate dai ministri e dallo stesso Presidente del Consiglio con l’obiettivo di una estesa e radicale riorganizzazione dello Stato e delle sue articolazioni, rappresentano – soprattutto per la Calabria – un errore di metodo, di sostanza, di prospettiva. Di metodo, perché tagliare avendo come unico riferimento la fredda logica di requisiti numerici può forse dare l’impressione dell’oggettività ma – nei fatti – determina evidenti illogicità. Di sostanza perché in alcune aree del Paese – come la nostra regione – lo Stato non deve solo riorganizzarsi ma soprattutto estendere una presenza che è stata per tanto tempo minima oltre che inefficiente ed inefficace.
Di prospettiva perché non vengono colte – al di là delle possibili ricadute economiche in termini di risparmio – le conseguenze sociali determinate da una scelta di chiusura e arretramento; giustificare le opinioni contrarie tirando in ballo i semplici localismi è francamene argomentazione miope. Siamo consapevoli del duro lavoro che, in questo preciso e difficile momento storico, il Governo sta portando avanti con un ampio consenso parlamentare e tuttavia – tanto per parafrasare lo stesso Presidente del Consiglio – ci sarebbe necessità di guardare bene chi fa i compiti a casa propria.
Per quanto riguarda le previste ulteriori contrazioni dei finanziamenti statali in materia di sanità giova considerare che la Calabria sta attuando – con risultati evidenti – una profonda ristrutturazione del settore sanitario; sulle nostre spalle pesano le difficili scelte che sono state fatte ed un debito complessivo che – obtorto collo – ci siamo assunti l’impegno di ridurre sensibilmente. Nuove draconiane scelte – in questo senso – sono decisamente difficili non solo da assumere ma persino da tollerare.
Sulla questione Tribunali si completa poi un quadro affatto confortante; la Calabria è regione in stato di emergenza, qui si consuma quotidianamente una guerra storica tra Stato ed antistato e – fuor di metafora – conta certamente avere accampamenti ben organizzati e di dimensioni notevoli ma in una guerra – perché di questo si tratta – sono utili, essenziali ed insostituibili anche gli avamposti. Vere e proprie trincee dove si consuma la parte più difficile del lavoro; vero è che il lavoro delle Direzioni Distrettuali Antimafia è fondamentale, massiccio e strategico ma che efficacia avrebbe tutto questo lavoro senza la conoscenza del territorio, la lettura delle dinamiche criminali, la fisica presenza delle Procure ordinarie?
Chiudere quattro tribunali in Calabria è un evidente paradosso, per ciascuna delle strutture calabresi – indicate come realtà da chiudere – esistono ragioni che inducono a ritenere come più corretta, più giusta, più necessaria la scelta di mantenerle in vita ed operative. Di questo si tratta, del contrasto tra numeri e ragione; se i numeri di un asettico bilancio (ma anche questo è fatto opinabile) giustificherebbero un provvedimento di chiusura, di contro c’è la ragione di chi opportunamente pensa che i Tribunali in questione non dirimono solo controversie facilmente gestibili altrove, si occupano di una realtà permeata da un’organizzazione complessa e con disponibilità economiche e di mezzi che non ha eguali al mondo.
Qui non è in discussione il destino di un singolo territorio, che sarebbe evidentemente poca cosa rispetto alla complessità dei problemi nazionali, qui è in gioco la funzione stessa di uno Stato che ha l’obbligo di mantenere la propria presenza e forza; se il rispetto della legge è un dovere dei cittadini, amministrare la giustizia è un dovere dello Stato. Il Consiglio Regionale ha l’obbligo morale, civile e politico nei confronti dei cittadini calabresi che rappresenta di manifestare la propria forte contrarietà rispetto ai provvedimenti assunti dal Governo ed indirizzare alle forze politiche – ciascuno la propria – un preciso messaggio di responsabilità e bene ha fatto il presidente Talarico, di intesa con il Presidente Scopelliti, a procedere senza indugio all’immediata convocazione dello stesso in seduta straordinaria e pubblica.
Penso che in questo senso sarebbe estremamente utile e significativo che l’assemblea regionale – con un voto unanime – assegnasse al Presidente della Giunta il mandato, nostro e dei calabresi, di rappresentare al Governo le esigenze di una regione che non può sopportare ulteriori passi indietro dello Stato".