Treno contro auto: CISL Calabria, rete ferroviaria in abbandono
La Cisl calabrese e la Cisl di Cosenza esprimono "il loro cordoglio e la loro solidarietà alla famiglie dei 6 cittadini romeni morti nel grave incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato a Rossano, investiti, mentre erano a bordo di una auto, dal treno percorrente la linea ferroviaria jonica su un attraversamento a raso la cui gestione era stata affidata a privati". "Le vite spezzate di sei lavoratori e lavoratrici agricole, che hanno abbandonato la loro terra per trovare lavoro altrove, per costruire un futuro di dignita' per le loro famiglie - scrive il sindacato - impongono a tutti una riflessione profonda.
La tragedia di Rossano e le immagini dello scontro con l'auto ridotta ad un cumulo di lamiere sono soprattutto il simbolo amaro di uno stato di abbandono di una rete ferroviaria da terzo mondo su cui passano sempre meno treni, solo poche vetturine al giorno a marciare su una rete che non e' in condizioni di scarsissima sicurezza, in quanto caratterizzata da decine e decine di attraversamenti a raso mal custoditi. E' impossibile che in un Paese moderno una società come Trenitalia nel 2012 possa affidare la gestione di circa 1.000 attraversamenti ferroviari a privati, seppur attraverso convenzioni -sostiene la Cisl - senza esercitare nessuna azione di verifica e controllo, affidando la sicurezza finanche dei viaggiatori a qualche lucchetto di qualche palizzata costruita alla men peggio. D'altronde questo ci stupisce solo in parte, perché, come sosteniamo da tempo, quella di FS e di Trenitalia sono scelte penalizzanti per il Sud e la Calabria, estremo Sud del Sud, figlia di una volontà politica dell'abbandono delle tratte ferroviarie calabresi che si protrae da anni, nell'assoluta incapacità della classe politica di arginare tali scelte scellerate". "Un disegno di marginalizzazione di una regione e di un territorio - dichiara il sindacato - che ha nelle gravissime debolezze della sua rete infrastrutturale uno dei maggiori punti di debolezza ed ostacoli per lo sviluppo.
L'incidente, al di là di eventuali responsabilità in corso di accertamento da parte della magistratura, rappresenta una testimonianza drammatica della necessità impellente di impegno condiviso per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori agricoli stranieri che popolano le nostre campagne". Come Cisl, prosegue la nota, "condividiamo l'appello del vescovo dell'Arcidiocesi Rossano-Cariati, Mons. Santo Marciano', per l'affermazione della legalità e della dignità e delle sorti di tutti i cittadini, soprattutto gli stranieri, per la espressione quotidiana dell'accoglienza e della solidarietà. Da tempo denunciamo la necessità di controlli serrati rispetto alla prestazione di lavoro fornite dai lavoratori agricoli immigrati nella piana della Sibaritide, convinti che sia necessario un capillare controllo del territorio per combattere il fenomeno dilagante dello sfruttamento dei lavoratori agricoli stranieri".
Come Cisl calabrese e cosentina, e' scritto ancora nella nota, "rinnoviamo l'impegno, che quotidianamente realizziamo anche attraverso le associazioni della rete Cisl, a fornire supporto, assistenze e soprattutto ascolto alle centinaia di lavoratori stranieri che si rivolgono alle nostre strutture per chiedere aiuto a veder garantiti i propri diritti. Riteniamo che il Governo debba porre al centro della sua azione l'ammodernamento e la messa in sicurezza di una rete ferroviaria, quella ionico-calabrese, da terzo mondo. In questo modo si potrà rendere omaggio alla memoria dei sei lavoratori periti tragicamente mentre sull'imbrunire - conclude la Cisl -completavano un giorno di duro lavoro, nella speranza che prima o poi con il sudore e sacrifico avrebbero migliorato la propria condizione".