La Cgil sulla tragedia di Rossano
Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma della Cgil Calabria, Filt-Cgil Calabria e Cgil Pollino Sibaritide Tirreno
La strage di Rossano, in cui hanno perso la vita sei lavoratori, impone una rigorosa riflessione non solo sulle responsabilità penali che saranno accertate dalla magistratura ma anche sulle responsabilità politiche che ci sono e sono pesantissime. Certo, bisogna capire fino in fondo come sono andate le cose, se il cancello era chiuso o aperto, chi aveva le chiavi di quel passaggio, cosa prevedeva il contratto con le ferrovie, se il proprietario del fondo lo abbia o meno rispettato, e via dicendo.
Ma tutto ciò, ci permettiamo di dirlo chiaramente, è assolutamente secondario. Le questioni principali che emergono da questa assurda e dolorosa tragedia sono essenzialmente due. La prima è relativa alla condizione di vita degli immigrati che lavorano sfruttati e senza diritti nei campi e nelle piane della Calabria. La seconda è relativa all’abbandono della Calabria soprattutto in termini di ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria che non è più sopportabile perché non è neanche al livello minimo di sicurezza. Ma se tagliare i treni e ridurre il diritto alla mobilità dei calabresi è una ingiustizia sociale, la mancanza di sicurezza lungo tutto il tracciato ferroviario del Mezzogiorno e soprattutto della Calabria rappresenta una colposa e pesante responsabilità che non è in alcun modo giustificabile. Sfiorano il grottesco tutte le giustificazioni che in queste ore tanti si sono affannati a dare.
La verità è che la Calabria, soprattutto in questi anni, è stata abbandonata a se stessa. C’è una responsabilità pesante dalle Ferrovie dello Stato che ha costantemente praticato una politica antimeridionale e che ha destinato l’80% dei propri investimenti al Centro Nord lasciando le briciole al Mezzogiorno ed alla Calabria. C’è una responsabilità altrettanto evidente dei Governi nazionali che, fino adesso, hanno rincorso impraticabili politiche sulle grandi opere come il Ponte sullo Stretto invece di adoperarsi per concreti investimenti per la messa in sicurezza del territorio e della rete ferroviaria. E c’è una grave responsabilità dei governi regionali che non sono riusciti a utilizzare in questa direzione neanche i fondi europei. Si evitino, dunque, inutili giustificazioni. La strage di Rossano non è una tragica casualità, ma rappresenta l’insieme di politiche sbagliate e quindi colpevoli. Chiediamo con forza al Governo nazionale e a quello regionale, alle Ferrovie dello Stato, intanto, di attivarsi prestando assistenza ed aiuti immediati e concreti nei confronti delle famiglie dei sei lavoratori immigrati vittime non del caso ma di politiche sbagliate che vanno immediatamente e radicalmente cambiate.