Le dichiarazioni del sindaco Antoniotti slla tragedia di Rossano

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"Dopo il gravissimo ed orribile incidente che, ieri sera, ha falcidiato le vite di sei nostri concittadini rumeni, siamo ormai costretti a parlare di ferrovia della morte, oltre che di strada dalla morte. Su questo tratto ionico calabrese, tra i rischi quotidiani sull’asfalto e quelli di binari killer che tra l’altro non servono più a nessuno per i tagli totali di treni, ci sentiamo tutti come potenziali vittime sacrificali. Senza via d’uscita". E' quanto ha detto alla stampa il sindaco Antoniotti.

"Quanto è infatti accaduto ai 6 tra lavoratrici e lavoratori rumeni residenti nella nostra città - continua - poteva e potrebbe capitare a chiunque, in ogni momento; se è vero come è vero che l’intero tratto ferrato ionico è costellato di questi pseudo passaggi a livello, delegati funzionalmente in concessione ad uno o più privati e molti dei quali in condizioni di sicurezza che definire precarie è forse un eufemismo. Ecco perché, otre la profonda tristezza che, in queste ore condivide tutta la comunità rossanese e calabrese, ed oltre la grande e sincera solidarietà che questa Città intende confermare alla comunità rumena ed a tutti i lavoratori comunitari ed extracomunitari, non possiamo non dichiarare la nostra rabbia per il complessivo quadro di degrado di tutti gli indici di civiltà che questa parte di Calabria e di sud è ormai costretta a subire ogni giorno, a causa degli effetti sempre più perversi delle politiche nazionali di riduzione di risorse e di investimenti infrastrutturali. Se allo sradicamento costante e privo di ogni fondamento dei servizi fondamentali in termini di diritto alla salute, alla giustizia ed alla mobilità, si aggiunge, come dimostra anche la pericolosissima diffusione di questi passaggi a livello delle ferrovie lasciati ai privati, la stessa assurda riduzione degli standard minimi di sicurezza pubblica, allora davvero non possiamo più considerarci cittadini alla pari nella stessa Repubblica e nello stesso Stato di diritto. Il dramma di queste sei famiglie, alle quali ribadiamo tutta la nostra vicinanza e per le quali come Amministrazione Comunale faremo quanto possibile e nelle nostre competenze, continuando a dialogare con la Chiesa, la Caritas e l’Arcivescovo Mons. Santo MARCIANÒ, si inserisce in questa situazione generale scandalosa e vergognosa di depauperamento delle garanzie elementari di convivenza democratica, ordinata e civile. A queste latitudini si è raggiunto ormai un limite, in termini di cancellazione tangibile delle condizioni di vivibilità normale, che nessuno riesce più a capire e ad accettare".