“L’arte delle donne”, lectio magistralis di Sgarbi al Festival d’autunno

Catanzaro Tempo Libero

Il professore che tutti vorrebbero ascoltare. Vittorio Sgarbi ieri sera all’Autditorium “Casalinuovo” di Catanzaro, nell’ambito della X edizione del Festival d’Autunno, ha dato una “lectio magistralis” senza fronzoli ma con contenuti di grande interesse. L’argomento è stato “L’arte delle donne”, spunto utile per la presentazione del libro “Piene di grazia. I volti della donna nell’arte”, edito da Bompiani. Un tema ampio e di difficile presentazione ma che Sgarbi ha reso alla portata di tutti grazie alla semplicità del suo linguaggio fluido e coinvolgente.

Presentato da Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival d’Autunno, Sgarbi ha iniziato con un breve elogio all’Auditorium. “Questo luogo – ha detto – mi fa venire in mente il Carosello dei tempi andati. Suscita in me una sensazione di gradevolezza”. Poi la “lezione” è iniziata. Sgarbi, oltre ad essere tra i critici più competenti in materia d’arte, possiede la capacità non comune di saper comunicare argomenti non comuni. “La donna non è stata pittrice, ma oggetto dell’ispirazione da parte del mondo maschile vestendo gli abiti di Vergine e Annunciata”, ha detto creando subito un legame tra la donna e la religione.

Ha mostrato una lunga carrellata di immagini femminili, confermando che nel mondo dell’arte è forte la componente cristiana. Ha parlato della Madonna rappresentata nei quadri da lui commentati. “Maria Vergine è l’unica ad avere il corpo nell’aldilà e ha lasciata una traccia della sua esistenza con la cinta esposta nel Duomo di Prato”.

Sgarbi ha ostentato uno stile originale nell’illustrare le opere da lui presentate, ammiccando alle suggestioni letterarie e poetiche, ma anche ad aneddoti che lo riguardano da vicino. Non ha nascosto i suoi gusti personali ed è sembrato inebriarsi alla descrizione del “Banchetto di Salomè ed Erodiade” di Masolino da Panicate, in cui è raffigurata Salomè che consegna a Erodiade la testa mozzata di Giovanni Battista. “In questo quadro il pittore trasforma la situazione tragica in un vero e proprio atto d’amore”, afferma.

Ma si è capito che è l’”Annunciata” di Antonello da Messina la sua preferita. “Al contrario di altri quadri, qui l’Angelo non c’è o meglio siamo noi a non vederlo perché la Vergine lo ha dentro di sé. Il suo sguardo è rivolto verso di noi e con il gesto della sua mano sembra fermarci per permetterle di ascoltare la voce angelica”, è stato il commento appassionato di Sgarbi.

Medesima passione quando ha parlato della “Madonna del parto” di Piero della Francesca, “una donna dall’aspetto regale ma vestita da contadina che con la mano indica il ventre per sottolineare la sua condizione di incinta”. Secondo Sgarbi “il tema della donna nell’arte può essere riassunto dalla “Gioconda” di Leonardo” e dall’”Annunciata” di Antonello da Messina”. Oltre a quelli già citati, Gustavo Klimt, Balthus, Antonio da Negroponte e il fiammingo Jan Van Eyck sono stati alcuni tra i pittori della galleria presentata da Sgarbi che ha concluso con una riflessione finale. “Non so se Dio esiste nella realtà, ma sicuramente esiste nell’arte”.

“Con l’ultimo approfondimento culturale – commenta Antonietta Santacroce – il Festival ha consentito al pubblico di apprezzare in maniera consapevole e semplice le opere d’arte. La presenza in platea di un pubblico eterogeneo costituito da artisti, studenti e neofiti, semplici spettatori che per la prima volta si sono accostati all’arte, testimonia e conferma l’importanza di attuare simili iniziative a titolo gratuito, che corrispondono alla reale crescita culturale della città. Il Festival d’Autunno – conclude - da quattro anni affianca agli eventi musicali l’approfondimento con insigni artisti, con l’obiettivo di offrire ai calabresi non solo svago e divertimento, ma anche spunti di riflessione e impegno”

Sabato 15 dicembre, il Festival d’Autunno vivrà al Teatro Politeama, alle ore 21, il suo ultimo appuntamento con “La Vedova allegra”, operetta in tre atti di Franz Lehar a cura della Compagnia Internazionale di Operette.