Agguato a Mileto: forse risposta all’omicidio Mesiano
Un agguato in piena regola, eseguito nella centralissima via Vittorio Emanuele a Mileto in pieno giorno. Erano le 15.30 infatti, quando un killer con in pugno una 9x21 ha esploso nove colpi contro il trentenne Angelo Antonio Corigliano, camionista di Calabrò, frazione di Mileto. Il secondo delitto in poco più di un mese La vittima secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti non ha avuto nemmeno il tempo di guardare in faccia il suo assassino. I colpi infatti, hanno colpito il giovane che si trovava seduto sul sedile anteriore, lato guida, della fiat punto di sua proprietà, alla schiena e al collo. Ancora sangue a Mileto a poco più di un mese di distanza dall’omicidio di Giuseppe Mesiano, panificatore di Calabrò. Due omicidi che secondo le ipotesi avanzate dagli investigatori potrebbero essere collegati dalla vendetta. Una lettura suffragata dal fatto che la vittima ed alcuni suoi familiari furono sentiti dagli inquirenti subito dopo l’omicidio Mesiano. Anche se il loro nome non è mai apparso sul registro degli indagati.
Nove proiettili spararti a distanza ravvicinata che hanno oltrepassato il finestrino posteriore dell’auto, centrando il giovane al collo e alle spalle. Angelo Antonio Corigliano, emigrato da qualche anno a Milano e rientrato da poco a Mileto per il periodo estivo, non ha avuto scampo morendo sul colpo. Mentre il cadavere giaceva sui sedili anteriori dell’auto, i carabinieri accorsi immediatamente sul luogo del delitto, hanno rinvenuto, nel vano portaoggetti, una pistola calibro 7.65 con il colpo in canna. Arma che la vittima non ha fatto in tempo ad usare ma il fatto stesso che l’avesse con sé fa pensare che forse Corigliano pensava di doversi difendere da qualcuno.
Secondo una prima ricostruzione, sembra che il killer si sia avvicinato all’auto a bordo di un motorino, guidato da un complice che una volta attraversato un vicoletto vicino alla punto avrebbe iniziato a sparare, per poi allontanarsi in tutta fretta sempre a bordo della moto. Una fuga che potrebbe essere stata ripresa dalle telecamere installate nella zona e le cui immagini potranno essere d’aiuto agli investigatori che indagano sul caso anche se con ogni probabilità, i killer potrebbero aver avuto il volto coperto da caschi integrali. Ad effettuare una prima ispezione sul cadavere del trentenne, il medico legale Katiuscia Bisogni che nei prossimi giorni effettuerà l’esame autoptico che potrebbe fornire ulteriori dettagli in merito alla dinamica del delitto.
Nella serata di ieri comunque, i carabinieri del Nucelo Investigativo della Compagnia di Vibo Valentia,agli ordini del Tenente Marco Califano, unitamente ai militari della locale stazione guidati del comandante Alessandro De Muru, hanno rinvenuto nei pressi di San Giovanni di Mileto il motorino bruciato e nella sella dello stesso la pistola dalla quale sono stati esplosi i colpi anch’essa carbonizzata. La pista più battuta dagli investigatori sembra essere quindi quella della risposta all’omicidio Mesiano, ma al tempo stesso si seguono altri filoni d’indagine. Nelle ore immediatamente successive all’omicidio sono stati sentiti i familiari della vittima e sono stati inoltre eseguiti degli Stub. Sul posto anche i medici del 118 intervenuti per soccorrere la madre della giovane vittima visibilmente sotto shock per quanto accaduto. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci.