Omicidio del piccolo Nicholas Green: i genitori tornano in Calabria dopo 25 anni

Calabria Attualità
Nicholas Green

Quella di Nicholas Green è una tragedia che non si dimentica, nemmeno a distanza di 25 anni. Il piccolo bambino, di soli 7 anni, venne barbaramente ucciso da un proiettile durante un tentativo di rapina mentre viaggiava in auto sulla Salerno-Reggio Calabria con la sua famiglia.

A distanza di tanti anni Reginald Green e la moglie – genitori di Nicholas – hanno deciso di tornare nella terra dove hanno affrontato un dolore immenso.

La coppia dialogherà in diretta Skype dagli Usa con i cardiologi e i cardiochirurghi che interverranno al convegno di cardiologia a Milano dal 23 settembre e illustreranno le tappe del viaggio che li porterà in Calabria nei giorni successivi, in occasione del 25mo anniversario della morte del figlio.

Dopo così tanto tempo una parte del piccolo Nicholas vive ancora nel corpo di altre 5 persone. I genitori, in seguito all’accaduto, nel lontano 1994 avevano infatti deciso di donare gli organi del bambino. Da alloera era scattato “l’Effetto Nicholas”, grazie al quale in Italia le donazioni sono triplicate in dieci anni.

Reginald Green ha scritto una lettera ricordando che la donazione fu fatta a sette malati italiani.

“Il primo ottobre saranno passati 25 anni da quando mio figlio Nicholas di sette anni morì dopo essere stato colpito da un proiettile durante un tentativo di rapina in auto lungo l’autostrada mentre eravamo in vacanza con tutta la famiglia”, scrive Reginald Green nella lettera.

Mia moglie Maggie ed io donammo i suoi organi e cornee che andarono a cinque malati italiani molto gravi (quattro dei quali adolescenti), alcuni quasi in punto di morte, e altri due adulti che stavano diventando ciechi. Venticinque anni dopo, cinque dei sette sono ancora vivi. Nei dieci anni successivi alla morte di Nicholas – continua la lettera – i tassi della donazione degli organi in Italia sono triplicati, un tasso di crescita a cui nessun’altra nazione è andata vicino. Migliaia di persone che sarebbero morte sono invece vive. E’ conosciuto nel mondo come ‘L’Effetto Nicholas’. Il primo ottobre – sottolinea Reginald – ci attendiamo di incontrare tre dei riceventi di Nicholas al Policlinico di Messina, dove Nicholas è morto e dove alcuni membri dello staff che erano di servizio quella notte saranno presenti. Il nostro messaggio è che i tassi della donazione degli organi sono inferiori a quelli che servirebbero”.