Omicidi di ‘ndrangheta. 17 arresti a Crotone e in altre 4 regioni. Decisive le dichiarazioni di Lea Garofalo
Sono 17 le ordinanze di custodia cautelare che da stamani all’alba sono state eseguite dai carabinieri di Crotone e che riguarderebbero soggetti, considerati affiliati alla ‘ndrangheta, ritenuti responsabili di sette omicidi compiuti tra il 1989 ed il 2007 e scaturiti nell'ambito di una guerra tra cosche.
Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti non solo in Calabria ma manche in varie regioni: come in Emilia Romagna, da anni sede di alcuni degli interessi delle cosche crotonesi; ed in Lombardia, Piemonte, Campania ed Abruzzo.
I PROVVEDIMENTI restrittivi sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro che ha diretto l'attività investigativa. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, oltre ai sette omicidi, la detenzione abusiva di armi e lo spaccio di droga.
Numerose le intercettazioni telefoniche ed ambientali da parte degli investigatori che sono state utili riscontri alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e pentiti di 'ndrangheta che hanno collaborato con la Dda e portato agli arresti della notte scorsa.
Alle indagini, un importante contributo, è stato portato anche dalle dichiarazioni rilasciate da Lea Garofalo prima che la testimone di giustizia fosse sequestrata ed uccisa, e che aveva fornito un importante contributo per svelare alcuni affari delle cosche crotonesi. Proprio nei giorni scorsi si erano svolti a Milano i suoi funerali organizzati su iniziativa del sindaco Giuliano Pisapia. Ulteriori particolari durante una conferenza stampa, alle 10,30, presso il Comando Provinciale di Crotone.
DA CROTONE AL NORD I "TENTACOLI" DEL CLAN DI PETILIA
Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, a Petilia Policastro (Kr), Mesoraca (Kr), Catanzaro, Reggio Emilia, Torino, Milano, Asti, Benevento e L’Aquila, il Comando provinciale, dei carabinieri di Crotone - coadiuvato in fase esecutiva dagli organi operativi territorialmente competenti - ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo a carico delle diciassette persone di cui sedici in carcere, una agli arresti domiciliari.
Gli arrestati sono responsabili in concorso - a vario titolo – di «associazione per delinquere di tipo mafioso»; «omicidio aggravato»; «porto e detenzione di armi e materie esplodenti»; «produzione e traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope»; «ricettazione».
Il provvedimento colpisce la “locale” di Petilia Policastro che fa capo alla famiglia Comberiati, il cui capostipite, Vincenzo, detto “Tummulune” si trova già detenuto per tentato omicidio aggravato dalle modalità mafiose ed altro. I fatti oggetto delle contestazioni sono stati commessi nell’ambito del sodalizio, ma anche nel contesto – comunque relativo alle dinamiche criminali comuni - della limitrofa organizzazione ‘ndranghetista denominata “locale” di Cutro, il cui vertice, Nicolino Grande Aracri, attualmente detenuto al 41 bis, è colpito dal provvedimento di oggi proprio per il reato di omicidio.
COLLABORATORI DI GIUSTIZIA FONDAMENTALI PER LE INDAGINI
Le fonti di prova sono state raccolte attraverso attività di intercettazione telefoniche e ambientali e riscontri alle testimonianze rese da numerosi collaboratori di giustizia e della testimone di giustizia Lea Garofalo. Le indagini curate dal Nucleo Investigativo del Reparto operativo del Comando Provinciale di Crotone, ripercorrono le vicende della cosca Comberiati, dai primi anni novanta fino al 2009, facendo luce sui traffici della cosca e su ben 7 omicidi avvenuti nel crotonese attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, e al riscontro delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Antonio Cicciù, Felice ferrazzo, Vittorio Foschini, Riccardo Pellegrino, Danny Esposito, Tommaso Mazza, Vincenzo Marino, Giuseppe Vrenna e altri.
L’operazione si basa soprattutto sulle dichiarazioni della testimone di giustizia Lea Garofalo, che nell’ordinanza viene ritenuta intrinsecamente attendibile “…Tenendo conto del fatto che le conoscenze di Garofalo Lea si basavano su quanto ella apprendeva nel suo nucleo familiare di appartenenza o dall'ex compagno, oltre che dell'assenza di motivi di astio, …”.
Gli omicidi ricostruiti nel provvedimento sono quelli di Mario Scalise, assassinato il 13 settembre 1989 a Petilia Policastro; Cosimo Martina, assassinato il 30 settembre 1990 a Crotone; Carmine Lazzaro, assassinato il 16 agosto 1992 a Steccato di Cutro; Rosario Ruggieri, assassinato il 24 giugno 1992 Cutro; Antonio Villirillo, assassinato il 5 gennaio 1993 a Cutro; Romano Scalise, fratello di Mario, assassinato il 18 luglio 2007 a Cutro; Francesco Bruno, assassinato il 2 dicembre 2007 a Mesoraca.
Nel corso dell’attività, svolta con l’ausilio di militari dello squadrone eliportato cacciatori e di unità cinofile di Vibo Valentia, sono state effettuate numerose perquisizioni per la ricerca di droga ed armi, nel corso delle quali, i militari hanno tratto in arresto due pregiudicati del luogo per detenzione abusiva presso il rispettivo domicilio di una pistola calibro 9 mm con matricola punzonata e numerose munizioni dello stesso calibro.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Nicolino Grande Aracri, 55 anni di Cutro, Giuseppe Pace, 36 anni di Petilia; Giuseppe Scandale, 35 anni di Petilia; Salvatore Comberiati, 54 anni di Petilia; Pietro Comberiati, 33 anni di Petilia; Vincenzo Comberiati, 56 anni di Petilia; Angelo Greco, 46 anni di San Mauro Marchesato; Antonio Valerio, 46 ani di Cutro; Salvatore Vona, 32 anni di Petilia; Domenico Pace, 33 anni di Petilia; Mario Mauro, 55 anni di Petilia; S.C., 50 anni di Petilia; Giuseppe Grano, 48 anni di Mesoraca; Giovanni Castagnino, 54 anni, di Petilia; Pasquale Carvelli, 40 anni di Petilia; Salvatore Caria, 35 anni di Petilia.
Giuseppe Vona, 27 anni di Petilia e Fabio Dornetti, 33 anni di Petilia sono stati arrestati dai carabinieri perchè trovati in possesso di armi da fuoco.
Gli esiti dell'operazione sono stati illustrati nella mattinata di oggi nella sede del comando provinciale dei Carabinieri di Crotone. Presente il procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore aggiunto della Dda, Giovanni Bombardiere, il procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Francesco Iacono e il comandante del Reparto operativo, Domenico Menna. Nella conferenza è stato sottolineato come l'operazione messa in atto dai carabinieri stanotte ha evitato altri fatti di sangue.