Inchiesta Field: iniziato processo, ammesse parti civili
La Regione Calabria e la fondazione Field (Fondazione innovazione emersione locale disegno del territorio) sono state ammesse a costituirsi parte civile nel processo a carico dell'ex presidente dell'ente, Domenico Barile, e del direttore amministrativo, Lucio Marrello, considerati responsabili dell'ipotesi di peculato formulata a seguito delle indagini svolte dalla Guardia di finanza su un ammanco di 500.000 euro dalle casse dell'Ente in house della Regione.
Lo ha deciso il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Mastroianni, a latere Raschellà e Natale), davanti al quale oggi ha avuto inizio il giudizio immediato chiesto dalla Procura della Repubblica lo scorso 10 aprile. I giudici hanno anche ammesso i mezzi di prova richiesti da accusa e difesa, dopo aver rigettato le eccezioni preliminari degli avvocati in ordine a presunti errori sulla richiesta di giudizio immediato, ed infine hanno rinviato il processo al prossimo 7 ottobre.
A chiedere il giudizio per gli imputati è stato il sostituto procuratore titolare del caso, Paolo Petrolo, che in fase di indagini ha chiesto e ottenuto per Barile un provvedimento cautelare agli arresti domiciliari eseguito lo scorso 14 ottobre. Le indagini sono partite nel dicembre 2012 da un dettagliato esposto presentato dal revisore dei conti della Field, cui segui' l'immediata decisione della Giunta regionale calabrese di sospendere Barile dall'incarico presso l'Ente. Gli investigatori partirono subito con gli accertamenti necessari a verificare i movimenti di denaro avvenuti sul conto corrente della Fondazione, per identificare chi vi aveva accesso e chi, materialmente, dispose dei soldi.
A metà gennaio l'attenzione dei finanzieri e del sostituto Petrolo era già concentrata su venti assegni circolari di diverso importo ed emessi per destinatari diversi, che i militari della Guardia di finanza hanno ritrovato presso diverse banche, tutti sottoscritti da Barile. Le investigazioni proseguirono anche con diverse acquisizioni di materiale da parte delle fiamme gialle, con l'audizione di testimonianze di soggetti in grado di descrivere le modalità con cui i soldi dell'Ente venivano spesi e l'iter formale necessario per la movimentazione del denaro, e con varie perquisizioni.
Fino all'emissione dell'ordinanza cautelare per Barile, in cui il gip ha rilevato che egli "quale Presidente della Fondazione Field (Organismo in house della Regione Calabria con personalità giuridica di diritto privato a totale ed esclusivo capitale regionale) e quindi quale pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio, con piu' azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso anche in tempi diversi perpetrate, avendone per ragioni della predetta funzione il possesso e comunque la disponibilità, si appropriava al fine di profitto della somma di euro 500.000 (somma corrisposta nel tempo dalla Regione Calabria alla Field e versata su un conto presso la Banca Carime) mediante le seguenti condotte: disponendo in data 22/6/2012 a mezzo bonifico bancario il trasferimento della somma di 500.000 euro dal Conto Carime a un Conto acceso presso la Banca Popolare di Bari filiale di Cosenza Mazzini; emettendo successivamente 51 assegni circolari con clausola di non trasferibilità tratti dal Conto della banca Popolare di Bari a beneficio proprio e di soggetti allo stesso legati da rapporti personali ed economico finanziari e, comunque, emessi per soddisfare esclusivamente proprie esigenze private".
Nelle 17 pagine del provvedimento cautelare è stato meticolosamente ricostruito l'iter seguito dal denaro della Field, con l'analitico elenco degli assegni incriminati - emessi dal 22 giugno al novembre 2012 fra Catanzaro e Cosenza - ricostruito grazie alle indagini dei militari della Guardia di finanza, ed il gip è poi tornato a ribadire che "Barile ha utilizzato il denaro per porre in essere atti di disposizione patrimoniale non conformi agli scopi della Fondazione Field, appropriandosi del denaro versato dalla Regione Calabria nell'interesse della Fondazione", rilevando inoltre anche che nonostante a seguito della denuncia del revisore dei conti della Field dell'ammanco riscontrato e delle successive verifiche l'ex presidente avesse comunicato la propria volontà di "ristorare tempestivamente da qualsiasi nocumento patito la Fondazione Field", ripetendo per tre volte l'offerta di restituzione "della somma sottratta dell'importo di euro 500.000" e proponendo un piano di rientro, nessuna somma è poi stata versata. Quanto a Marrello, secondo la pubblica accusa egli non avrebbe vigilato e segnalato la distrazione dei fondi dal conto corrente della Field, come invece avrebbe dovuto nella sua qualità di direttore amministrativo. (AGI)