Randagismo a Reggio Calabria, Molinari (M5S): “Situazione gravissima”
Arriva anche al Senato la battaglia dei volontari dell’associazione Dacci una zampa per l’apertura del canile municipale di Mortara di Pellaro, la struttura finanziata con 650mila euro del Decreto Reggio, conclusa nel 2006, inaugurata nel 2008 e mai entrata in funzione.
Le denunce della storica associazione animalista, divenuta punto di riferimento per la lotta al randagismo a Reggio Calabria, sono state raccolte dal movimento Cinque Stelle, che attraverso il suo senatore Francesco Molinari ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione ai Ministri della Salute e dell’Interno.
“Non è un mistero – si legge nella nota diffusa al riguardo dai pentastellati - che alcune province della nostra regione vivano una vera e propria emergenza randagismo e Reggio Calabria, più che una di queste, ne è l'emblema. La città, infatti, non dispone di una struttura deputata alla cura ed alla custodia degli animali randagi. A mancare, poi, è la volontà di risolvere il problema scaricando sempre a un ipotetico “domani” ogni intervento”.
E sono precisi i Cinque Stelle nel denunciare che “la prossima "città metropolitana" di Reggio Calabria, amministrata commissarialmente in modo non brillante, vista l'impossibilità di collocare i cani vaganti presso una struttura propria, si trova costretta a stipulare convenzioni con soggetti terzi, dislocati in ambito provinciale (spesso sprovvisti di tutte le prescritte autorizzazioni normativo-tecniche) e con importanti esborsi di denaro pubblico”.
A sostegno della propria tesi, nel testo dell’interrogazione il senatore Molinari segnala infatti “un mese fa è scaduto l’ultimo bando pubblico nel quale venivano, per una previsione di 800 cani da accalappiare, stanziati ben 660.000 euro per la gestione biennale dei cani accalappiati all’interno del comune di Reggio Calabria. La gara è andata deserta e, al contempo, il comune, da mesi paga ingenti somme per il mantenimento di 570 cani ad una struttura nel comune di Taurianova, oggetto di interdittiva antimafia per cui non potrebbe stipulare alcuna convenzione con enti pubblici”.
Inoltre, aggiunge Molinaro, “i cani dislocati nelle strutture poste in provincia rimangono reclusi sino a che morte sopraggiunga, visto che non viene data la giusta visibilità affinché siano adottati, portando il comune a far fronte alle loro spese di mantenimento per l’intero arco della loro vita”. Uno spreco di danari pubblici paradossale in un Comune sciolto per contiguità mafiose e sottoposto a piano di rientro – emerge dal testo presentato al Senato –destinato ad aumentare in maniera esponenziale.
Dal movimento aggiungono infatti che “il mancato rispetto della normativa, dettata da una legge-quadro nazionale, in materia di sterilizzazione fa sì che il fenomeno diventi sempre più incalzante. E niente - più che poco - è stato realizzato in questi anni per risolvere il problema, nonostante la legislazione regionale e due recenti Decreti del Presidente della Giunta regionale (il n. 197/2012 e il n. 51/2014) avessero promesso un intervento pianificato in tal senso. Ma si trattava di promesse da... Piano di rientro che i calabresi conoscono bene: per "rientrare" è sufficiente negare i diritti, con il beneplacito del Governo”.
Ma – sottolineano i Cinque stelle – “il paradosso è che Reggio avrebbe in casa gli strumenti per risolvere non solo i suoi guai ma anche quelli di buona parte della provincia, e ci riferiamo alla struttura inaugurata nel 2008 a Mortara di Pellaro, costata peraltro al comune ben 650mila euro.
Attualmente il suddetto canile non ha un gestore nonostante l’indizione di una gara d’appalto con relativa aggiudicazione del servizio, alla quale - nonostante una controversia giudiziaria penda su tale esito - l'amministrazione comunale non ha mai dato seguito. La struttura - autonomamente funzionante e con gli impianti di luce ed acqua perfettamente a regime e quindi pronta ad operare - langue in uno stato di abbandono, potenziale oggetto di atti vandalici”.
Un quadro preciso, che l’associazione Dacci una zampa ha più volte denunciato prima di procedere all’occupazione, ma che per i pentastellati rappresenta soprattutto “uno spreco che, in aggiunta all’impossibilità dell’ASP di intervenire secondo le proprie competenze, oltre alla assoluta carenza di sensibilizzazione in materia della collettività, ha contribuito a portare il fenomeno del randagismo a livelli esponenziali al punto da far identificare quella di Reggio Calabria nella città col più alto tasso di randagismo a livello nazionale”.
Un dato dal significato molto chiaro a Reggio Calabria, dove – riporta il senatore Molinaro nella propria interrogazione – “attualmente gli animali vaganti versano in situazioni di estremo pericolo e sono minacciati nella loro integrità, rimanendo spesso traumatizzati a seguito di incidenti che, oltre ad esporre gli stessi a danni certi e irreparabili, diventano fonte di rischio anche per la pubblica incolumità, messa pure a rischio dal potenziale veicolo di malattie causato dalla piaga della Leishmaniosi (depressiva delle difese immunitarie) in animali non curati.
Un “contesto buio – segnala Molinari - causato dall’assenza di qualsiasi intervento locale” per rispondere al quale “è nata l'occupazione del canile di Mortara da parte della associazione "Dacci una Zampa Onlus" che con la sua opera di volontariato - spesa nel territorio unitamente ad altre associazioni riunite nel Coordinamento reggino per i randagi (CORR) - ha restituito quello che doveva essere il compito originario alla struttura”.
“Da sempre vicino ai cittadini che agiscono” – conclude infine il senatore pentastellato – “il M5S (ringraziando gli attivisti che hanno contribuito alla conoscenza del problema) apprezza il loro lavoro quotidiano e su questo tema vuole richiamare l’attenzione del Governo, interrogando i ministri competenti affinché intervengano al più presto per porre la parola fine a questo triste capitolo, cosa possibile con la semplice applicazione della legge”.
Nello specifico, dai ministri dell’Interno, Angelino Alfano, e della salute, Beatrice Lorenzin, il movimento pretende di sapere “quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati per assicurare il rispetto della normativa dettata dalla legge quadro al fine di combattere e prevenire il randagismo”, ma anche “quali iniziative, nei limiti delle proprie attribuzioni, intendano adottare per assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che devono essere mantenuti anche in tema di lotta al randagismo, al fine di assicurare il contemperamento della salute umana con quella animale”.
Allo stesso modo, i cinque Stelle chiedono “se non si intenda, attraverso l'Unità Operativa Task Force Tutela Animale, intraprendere una fattiva azione di monitoraggio relativamente alle criticità descritte in premessa sul territorio in questione concernenti la gestione del fenomeno del randagismo”, come pure “se non ritengano di dover dare seguito alle richieste delle associazioni animaliste che svolgono un ruolo fondamentale non solo nella gestione, ma anche nella prevenzione del randagismo, arrivando a sostituirsi alle istituzioni preposte nei compiti previsti per legge e facendosi carico di spese e di oneri ingenti”.
Infine, dal ministro dell’Interno, i pentastellati pretendono di sapere “quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, vogliano intraprendere nei riguardi della Commissione che si sta accingendo a completare il ciclo di 24 mesi di amministrazione della città in questione che a parere degli interroganti sembra ignorare completamente il problema del randagismo, non contribuendo, peraltro, alla razionalizzazione delle spese del comune”.
Venerdì pomeriggio una delegazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle formata da Federica Dieni e Paolo Parentela visiterà il canile occupato di Mortara di Pellaro.