Droga: operazione “Chiosco”, pene ridotte per otto imputati
Pene ridotte, al termine dell'appello-bis, per otto imputati coinvolti nell'operazione battezzata "Chiosco", portata a termine da Polizia e Carabinieri, e diretta a sgominare una banda che sarebbe stata capace di gestire in maniera autonoma lo spaccio di stupefacenti nel quartiere "Aranceto", zona a sud di Catanzaro.
I giudici della Corte d'appello di Catanzaro (presidente Fabrio Cosentino, consiglieri Francesca Garofalo e Antonio Giglio), decidendo dopo il ritorno del procedimento dalla Cassazione, hanno modificato la sentenza emessa in primo grado, il 6 luglio del 2012, dal giudice distrettuale dell'udienza preliminare al termine dei giudizi abbreviati, rideterminando così le pene: 1 anno di reclusione e 2.000 euro di multa per Alessandro Bevilacqua (in primo grado aveva avuto 2 anni e 5.000 euro); 2 anni e 4 mesi e 3.000 euro per Nicola Fusca (in primo grado aveva avuto 4 anni e 7.000 euro); 3 anni e 6 mesi per Luigi Miletta (in primo grado aveva avuto 5 anni e 8 mesi e 22.000 euro); 3 anni e 8 mesi di reclusione e 2.000 euro per Romina Passalacqua (in primo grado aveva avuto 4 anni 4 mesi e 4.000 euro); 1 anno e 8 mesi di reclusione e 3.000 euro di multa ciascuno a Claudio Procopio e Alessandro Sestito (in primo grado avevano avuto 4 anni e 2 mesi e 18.000 euro ciascuno); 1 anno e 4 mesi e 2.000 euro ad Angelo Villella (in primo grado 4 anni e 18.000 euro); 2 anni e 4.000 euro a Cosimo Damiano Veneziano (in primo grado 3 anni e 6.000 euro).
La sentenza di primo grado era stata inizialmente confermata in appello, con la sentenza del 28 maggio 2013 emessa dalla Corte presieduta dal giudice Maria Vittoria Marchianò, ma la Cassazione ha in seguito accolto il ricorso delle difese annullando quella pronuncia e rinviando gli atti a Catanzaro per un nuovo giudizio di secondo grado.
Gli imputati sono stati destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita con l'operazione "Chiosco" all'alba del 24 giugno 2011, quando altre persone furono raggiunte da un provvedimento di divieto di dimora in Calabria e altre ancora furono indagate a piede libero (nell'inchiesta finirono anche tre minori arrestati su disposizione del tribunale per i minorenni, per i quali il procedimento è proseguito nella sede che gli è propria).
Secondo le accuse contestate, l'organizzazione sgominata dagli investigatori avrebbe avuto la gestione della piazza dello spaccio a Catanzaro sud, attraverso quello che gli inquirenti hanno definito un supermarket della droga. Cocaina, eroina, cobrett che arrivavano da Reggio e da Napoli, direttamente consegnati a casa di chi li doveva smerciare. Il gruppo criminale sarebbe stato composto da soggetti di etnia rom, guidati da Franco Simone Bevilacqua. (AGI)