Droga: operazione “Chiosco” a Catanzaro, chieste 11 condanne

Catanzaro Cronaca

Undici richieste di condanna - a pene comprese fra uno e dodici anni di reclusione - sono state avanzate oggi dal pubblico ministero di Catanzaro nei confronti di altrettante persone coinvolte nell'operazione battezzata "Chiosco", portata a termine da Polizia e Carabinieri, e diretta a sgominare una banda ben organizzata che sarebbe stata capace di gestire in maniera autonoma lo spaccio di stupefacenti nel quartiere "Aranceto", zona a sud di Catanzaro. - Lo comunica l'Agi - Gli imputati, per i quali si sta svolgendo il giudizio abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo), fanno capo per la maggior parte ad una tranche dell'operazione che ha ricompreso le persone non sottoposte all'ordinanza cautelare per la cui esecuzione scattò il blitz del 24 giugno 2011. Per altri dodici imputati di "Chiosco" il giudizio abbreviato si è già concluso, il 6 luglio del 2012, con altrettante condanne.

Infine, per gli ultimi dodici imputati della medesima inchiesta è in corso il giudizio immediato davanti al tribunale collegiale. Oggi, intanto, il pm Vincenzo Capomolla ha chiesto al giudice dell'udienza preliminare distrettuale di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, di condannare: Franco Simone Bevilacqua ad 1 anno e 6 mesi di reclusione; Enzo Passalacqua a 6 anni; Paola Passalacqua a 12 anni; Antonella Bevilacqua a 10 anni; Patrizia Berlingieri a 6 anni; Vittorio Corasaniti a 8 anni; Addolorata Passalacqua a 8 anni; Angela Passalacqua a 6 anni; Giovanna Passalacqua a 6 anni; Francesco Pirilli a 6 anni; Cesare Romagnino a 8 anni. Infine l'udienza è stata rinviata al 15 aprile per le arringhe difensive.

Secondo la tesi pubblica accusa l'organizzazione sgominata dagli investigatori grazie all'operazione "Chiosco" avrebbe avuto la gestione della piazza dello spaccio a Catanzaro sud, attraverso quello che gli inquirenti hanno definito un supermarket della droga. Cocaina, eroina, cobrett che arrivavano da Reggio e da Napoli, direttamente consegnati a casa di chi li doveva smerciare. Il gruppo criminale sarebbe stato composto da soggetti di etnia rom, guidati da Franco Simone Bevilacqua.