La mano della ‘ndrangheta sugli appalti pubblici, 35 fermi: sequestrate oltre 50 imprese

Reggio Calabria Cronaca
lavori

Un importante gruppo imprenditoriale della piana di Gioia Tauro punto di riferimento di una cosca di ‘ndrangheta, quella dei “Piromalli”: così sarebbe riuscito a turbare sistematicamente almeno 27 gare per importanti lavori pubblici nella zona ed indette da diverse Stazioni appaltanti calabresi. Poi la figura di un noto imprenditore che, grazie alle relazioni con il “clan Muto” - attivo sulla costa dell’alto Tirreno - e con il reggente della cosca “Lanzino-Ruà-Patitucci”, si sarebbe aggiudicato i più importanti appalti della provincia di Cosenza.


Queste le accuse mosse dagli inquirenti e che stamani all’alba hanno portato all’esecuzione di 35 fermi nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Nel corso dell’operazione è scattato anche il sequestro preventivo di 54 imprese con sede su tutto il territorio nazionale.

I provvedimenti rappresentano l’epilogo di un’articolata attività investigativa svolta dal Gico, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Reggio Calabria e dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza con collaborazione di quelli di Roma, Viterbo, Latina, Rieti Mantova, Milano, Agrigento, Messina, Palermo, Ragusa, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia, Caserta, Napoli, Salerno, Pisa.

IL RUOLO DEL GRUPPO BAGALÀ DI GIOIA TAURO

Il tutto rientra nell’ambito di due distinti procedimenti penali incardinati rispettivamente presso le Dda di Reggio Calabria (l’operazione “Cumbertazione”), e di Catanzaro (l’operazione “5 Lustri”), volta ad approfondire i profili imprenditoriali della criminalità organizzata che opera nella piana di Gioia Tauro e nel cosentino, legati al settore degli appalti pubblici.

Dalla indagini, dunque, gli inquirenti ritengono di aver accertato il coinvolgimento del gruppo imprenditoriale gioiese dei Bagalà, che – secondo l’accusa – “avrebbe costituito e consolidato nel settore degli appalti pubblici in Calabria una posizione di assoluto predominio, sfruttando l’appartenenza” alla cosca Piromalli, tra le più potenti della ‘ndrangheta, “riuscendo a turbare almeno 27 gare indette” di diverse Stazioni appalti (tra cui quelle dei Comuni di Gioia Tauro, Rosarno, Cosoleto, della provincia di Reggio Calabria, l’Anas) nel periodo compreso tra il 2012-2015. Il totale delle gare ammonterebbe a oltre 90 milioni di euro.

LA CUMBERTAZIONE: LA “CRICCA” D’IMPRESE PER PILOTARE GLI APPALTI

Sempre secondo la tesi investigativa il tutto sarebbe avvenuto grazie posto grazie anche a presenti rapporti corruttivi con funzionari delle stesse stazioni appaltanti e all’operato di diversi professionisti considerati collusi. In pratica si sarebbe alterato il regolare svolgimento delle gare costituendo un cartello composto da oltre 60 società che, attraverso la presentazione di offerte concordate precedentemente, sarebbe stato in capace determinare l’aggiudicazione degli appalti a una delle imprese della stessa cordata.

Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno individuato una cerchia di persone che si ritiene pienamente inseriti nell’organizzazione che gli indagati, negli stessi dialoghi intercettati, hanno definito la “Cumbertazione”, un termine dialettale reggino utilizzato per indicare un’associazione chiusa).

Accanto al nucleo essenziale della famiglia Bagalà, in particolare dei fratelli Giuseppe (59 anni) e Luigi (70), e dei rispettivi figli Francesco (26) e Francesco (39), i militari hanno individuato altri soggetti che avrebbero avuto dei ruoli chiave nel presunto sistema di controllo degli appalti di lavori gestito dai Bagalà.

Gli inquirenti portano l’esempio di un ingegnere, Pasquale “Rocco” Nicoletta, e della sorella Angela, quest’ultima considerata non solo parte del sodalizio ma anche testa di ponte della cosca Piromalli all’interno dell’amministrazione comunale di Gioia Tauro.

Un ruolo di spicco viene attribuito nelle indagini, poi, a Giorgio Morabito, originario di San Giorgio Morgeto che, già attivo nel settore degli appalti di lavori, secondo la tesi degli inquirenti si sarebbe affiliato ai Piromalli “avendo intuito che per fare il salto di qualità nel settore degli appalti doveva sposarne la causa”.

Accanto a queste persone si sarebbero collocate una serie di ditte “compiacenti” e con sedi non solo in Calabria ma anche nel Lazio, in Sicilia, in Campania, in Toscana, a cui sarebbero state fatte presentare le offerte secondo importi che avrebbero automaticamente garantito ad una di esse l’aggiudicazione.

In alcuni casi, spiegano gli investigatori, le stesse imprese, scelte in base ai propri requisiti tecnici ed economici (come nel caso dei gruppi Cittadini e Barbieri), si sarebbero prestate a partecipare fittiziamente alle gare, singolarmente o in Ati o Rti, per conto dell’organizzazione (ricevendo in cambio una percentuale che variava dal 2,5% al 5% sull’importo posto a base d’asta, al netto del ribasso); in altri casi, sostengono ancora gli investigatori, le stesse avrebbero presentato offerte fittizie, ottenendo come contropartita la garanzia che l’organizzazione, a sua volta, avrebbe presentato offerte fittizie per appalti di loro interesse, così aiutandole ad aggiudicarsi le gare.

In questo sistema, sostenuto da un collante composito fatto di corruzione, imposizione ‘ndranghetistica e collusione” sostengono gli inquirenti lo scopo perseguito dai Bagalà sarebbe stato quello di garantirsi il controllo del sistema delle gare pubbliche indette dalle stazioni appaltanti calabresi, “procurandosi l’aggiudicazione illecita delle commesse da parte di imprese colluse, per poi effettuare direttamente i lavori garantendosi la presenza sul territorio attraverso il sistema delle procure speciali rilasciate a Giorgio Morabito e ad altri”.

Se poi il cartello non fosse risultato vincitore sarebbero state messe in atto “manovre – sotto forma del subappalto o della procedura di nolo – al fine di controllare in maniera diretta la gara”.

I VANTAGGI PER L’IMPRESA E PER LA COSCA

Gli inquirenti sostengono poi che il vantaggio che ne derivava per l’organizzazione, in particolare ai Bagalà e quindi alla cosca Piromalli, sarebbe stato molteplice. “Da un lato - spiegano - quello economico direttamente derivante dall’esecuzione dell’appalto per procura; in secondo luogo quello di favorire diversi imprenditori mafiosi operanti sul territorio di esecuzione dei lavori, così da aumentare il prestigio dell’organizzazione, creare sinergie imprenditoriali-mafiose, consenso ed alleanze (come nel caso dei rapporti con Gianluca Scali e Domenico Gallo)”.

Poi vi sarebbe il “vantaggio in termini mafiosi” di eseguire tutti i lavori in un territorio, come a Gioia Tauro, elemento che, in base all’accusa, avrebbe rafforzato la posizione dei Piromalli: l’occupazione dei cantieri locali permette infatti anche l’assunzione delle maestranze che possono essere imposte dalle famiglie ‘ndranghetistiche competenti per territorio, permettendo così all’organizzazione di creare anche un sistema per cui tutti sono contenti, prendendo in prestito le parole intercettate a Giuseppe Bagalà.

LA “TASSA AMBIENTALE” ALLE ALTRE COSCHE DEL TERRITORIO

Per ottenere questi presunti benefici, l’organizzazione avrebbe curato i rapporti con il territorio, ossia con le cosche di ‘ndrangheta competenti localmente, riconoscendo la tradizionale “tassa ambientaledel 3%. Gli inquirenti riferiscono che proprio Giuseppe Bagalà, a tal proposito, avrebbe parlato “di un fondo a ciò deputato ed alimentato con una percentuale del valore dell’appalto accantonata dall’organizzazione”.

L’operato dell’organizzazione avrebbe poi interessato anche la fase più propriamente esecutiva dei lavori in quanto, in alcune gare, sarebbero state apportate varianti non autorizzate al progetto e quindi riscontrato l’utilizzo di materiale scadente o di qualità diversa rispetto a quella prevista nel capitolato di appalto.

LE GARE “TURBATE”

Tra le principali gare che si ritiene che siano state turbate dalla presunta associazione vi sono: si evidenziano le seguenti:

  • “Sviluppo water front della Città di Gioia Tauro, realizzazione piazza, sistemazione lungomare, costruzione parco urbano” – importo pubblico dell’operazione pari a euro 2.300.000,00;
  • “Sviluppo water front della Città di Gioia Tauro, costruzione parcheggio interrato con piazza” - importo pubblico dell’operazione pari a euro 3.000.000,00;
  • “Sviluppo water front della Città di Gioia Tauro, sistemazione palazzetto dello sport con annessi parcheggi e viabilità” - importo pubblico dell’operazione pari a euro 400.000,00;
  • “Riqualificazione ambientale Torrente Budello” della Città di Gioia Tauro – importo pubblico dell’operazione pari a euro 1.000.000,00;
  • “Realizzazione centro polifunzionale a servizio della città-porto sul water front” della Città di Gioia Tauro -importo pubblico dell’operazione pari a euro 5.100.000,00;
  • “Riqualificazione e ripristino percorsi pedonali stazione centro storico” della Città di Rosarno - importo pubblico dell’operazione pari a euro 300.000,00
  • “Centro polisportivo a servizio della città – porto” della Città di Rosarno - importo pubblico dell’operazione pari a euro 7.000.000,00.

Sarebbero emerse, infine, irregolarità anche nell’esecuzione dei lavori dello svincolo di Rosarno dell’autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria (oggi A2 Autostrada del Mediterraneo) in relazione alla procedura del cosiddetto “accordo bonario”, prevista dal Codice degli Appalti, in quanto sono state riconosciute all’impresa appaltante sostanziali agevolazioni in virtù di rapporti che sarebbero “collusivi e/o corruttivi con funzionari pubblici”.

GLI APPALTI NEL COSENTINO: IL CASO DI PIAZZA BILOTTI

Le indagini avrebbero poi fatto emergere in evidenza una fitta rete di rapporti di carattere finanziario ed economico, che avrebbe legato un importante gruppo imprenditoriale cosentino con gli esponenti di spicco di alcuni clan, in particolare quello dei “Muto” (attivo sulla costa dell’alto Tirreno), quello bruzio dei “Lanzino-Ruà-Patitucci” e quello reggino dei “Piromalli”.

Seguendo gli spostamenti di un dipendente fidato dell’imprenditore considerato intraneo alla cosca, i finanzieri ritengono aver ricostruito dinamiche, relazioni e accordi con gli altri gruppi criminali calabresi. Grazie a questi intrecci, dieci aziende riconducibili allo stesso imprenditore sarebbero così riuscite, tra il 2013 ed il 2015, ad aggiudicarsi i più importanti appalti (sia la costruzione che la gestione) nella provincia di Cosenza.

Il valore complessivo di questi appalti ammonta ad oltre 100 milioni di euro e riguardano la costruzione, riqualificazione e gestione venticinquennale (da qui il nome dell’operazione) degli impianti e dei servizi annessi.

I cantieri interessati quelli di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di piazza “Carlo Bilotti” e la realizzazione di un parcheggio interrato, nonché la gestione per 28 anni del parcheggio multipiano, della struttura polifunzionale (compreso il museo) e del MAB; il comprensorio sport-natura di Lorica e la relativa gestione per 25 anni; la riqualificazione delle aree prospicienti l’aviosuperficie di Scalea per realizzare dei servizi turistici e la riduzione dell’impatto ambientale, oltre alla gestione per 25 anni.

Per questi motivi, la Dda di Catanzaro, ritenendo in capo all’imprenditore e delle aziende una “connotazione mafiosa” ha disposto dei provvedimenti cautelari reali puntando al sequestro degli stessi cantieri, delle 10 società coinvolte, dei relativi conti correnti, dei numerosissimi loro beni: 38 immobili (ville, box, locali commerciali); una struttura alberghiera da 144 camere e con annessa spiaggia, piscina, ristorante e impianti sportivi; un discoteca; una sala slot e videolottery, cinque automezzi. Il tutto per un valore di oltre 10 milioni.

I DESTINATARI DEL FERMO

Alla luce di questo quadro di prove e considerato anche che uno degli indagati sarebbe stato in procinto andare all’estero, si è resa necessaria l’emissione del provvedimento di fermo, che ha raggiunto:

  • BAGALA Luigi, nato il 13/05/1946 a Gioia Tauro (RC);
  • BAGALÀ Giuseppe, nato il 19/03/1957 a Gioia Tauro (RC);
  • BAGALÀ Francesco, nato il 13/03/1977 a Gioia Tauro (RC);
  • BAGALÀ Francesco, nato il 04/01/1990 a Gioia Tauro (RC);
  • MORABITO Giorgio, nato il 27/10/1974 a Taurianova (RC);
  • NICOLETTA Pasquale Rocco, nato il 30/04/1968 a Taurianova (RC);
  • NICOLETTA Angela, nata il 19/07/1964 a Taurianova (RC);
  • CITTADINI Carlo, nato l’08/06/1975 a Roma (RM);
  • BARBIERI Giorgio Ottavio, nato il 29/04/1976 a Roma (RM);
  • SCALI GIANLUCA, nato il 25/03/1972 a Locri (RC);
  • ZULIANI CRISTIANO, nato il 12/08/1980 a Roma (RM);
  • DELLA FAZIA Ettore, nato il 21/07/1960 a Dogliola (CH);
  • MIGLIORE Francesco, nato il 23/07/1961 a Palermo (PA);
  • MIGLIORE Filippo, nato il 20/07/1969 a Cammarata (AG);
  • LA CORTE Alessio, nato il 20/05/1984 a Santo Stefano Quisquina (AG);
  • LA GRECA Vito, nato il 04/08/1978 a Santo Stefano Quisquina (AG);
  • FEDELE Santo, nato l’ 01/11/1954 a Varapodio (RC);
  • FEDELE Francesco, nato il 22/06/1984 a Cinquefrondi (RC);
  • POLIFRONI Bruno, nato il 10/10/1967 a Varapodio (RC);
  • LEVA Rocco, nato il 05/08/1975 a Taurianova (RC);
  • MADAFFARI Bruno, nato il 15/05/1972 a Santa Cristina D'Aspromonte (RC);
  • PLASTINA Maria Vittoria, nata il 31/12/1979 a Paola (CS);
  • CIPOLLA EMILIO, il 12/11/1971 a Cosenza (CS);
  • COPPOLA Domenico, nato il 17/10/1981 a Gioia Tauro (RC);
  • ZURZOLO Angelo, nato il 14/04/1968 a Taurianova (RC);
  • CASTIGLIONE Gaspare, nato il 28/07/1971 a Reggio di Calabria (RC);
  • PELLEGRINI Mirko, nato il 16/11/1978 a Roma (RM).
  • BARBIERI Giorgio Ottavio, nato il 29.04.1976 a Roma (RM).
  • BENCARDINO Davide, nato il 15.08.1970 a Belvedere Marittimo (CS).
  • CAPUTO Giuseppe nato il 18.01.1966 in Germania.
  • CORSANTO Angelina nata il 07.01.1943 a Cetraro (Cs).
  • LONGO Massimo, nato il 20.04.1966 a Genova.
  • PIROMALLO Mario, inteso Renato, nato il 18.04.1967 a Cosenza.

LE SOCIETÀ SEQUESTRATE

Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo delle seguenti società e del relativo patrimonio aziendale:

  • EDILINFRA S.R.L. - P.I. 07252311001 - con sede a Roma, viale Pasteur nr. 78;
  • ALTERNATIVIA S.r.l. - P. I. 10108971002 - con sede a Roma, via dell’Annunziatella nr. 131;
  • CENTRO ASFALTI S.r.l. - P.I. 08894001000 - con sede a Roma, via Cassia nr. 1081;
  • MANUTENZIONI STRADALI SRL in Liquidazione - P.I. 11323691003 - con sede a Roma, vicolo Acqua Acetosa Anagnina 144;
  • VEGA S.r.l. - P.I. 08246291002 - con sede a Roma, via Casilina nr. 1890/I;
  • DUE M APPALTI S.r.l. - P.I. 08306631006 - con sede a Roma, via Bruzzano Zeffiro nr. 6;
  • EDILSTRADE S.r.l. a socio unico - P.I. 09194761004 - con sede legale a Roma, Viale Gianluigi Bonelli nr. 40;
  • AURORA APPALTI S.r.l. - P.I. 10243631008 - con sede a Roma, via della Stazione di Ciampino nr. 135;
  • LA.E.STRA. S.r.l. - P.I. 10679771005 - con sede a Roma Viale Gianluigi Bonelli nr. 40;
  • L.D.F. APPALTI S.r.l. a socio unico - P.I. 09334861003 - con sede ad Ardea (RM), via dei Licheni nr. 12/A;
  • I.C.S. S.r.l. a socio unico - P.I. 11329321001 - con sede a Roma, Via Giacinto Camassei nr. 13/B;
  • G.B. COSTRUZIONI DI BOSSIO GENNARO - P.I. 02631630783 - con sede in via Sadat nr. 4/A, Mirto- Crosia (CS);
  • EDIFIM S.r.l. - P.I. 09747811009 - con sede a Roma, via Mesopotamia nr. 18 sc. A – Studio Cozzone;
  • IMPRESA TIBERI RICCARDO - P.I. 00442350583 - con sede a Roma, via Marsico Nuovo nr. 38;
  • MULTISERVIZI FRANCO PETTI S.r.l. a socio unico - P.I. 07643731008 - con sede a Roma, via Bernardo Minozzinr. 86;
  • BARBIERI COSTRUZIONI S.r.l. - P.I. 07504861001 - con sede legale a Sangineto (CS), via della Libertà nr. 40;
  • THERMOS HABITAT S.r.l. - P.I. 01213270505 - con sede legale a Castelnuovo di Val di Cecina (PI), via dei Martiri nr. 30;
  • LGF di BAGALÀ Francesco (già CO.ME.BA. di BAGALÀ Francesco) - P.I. 01552210807 - con sede a Gioia Tauro in via Messina nr. 1;
  • EUROCOME S.r.l. - P.I. 02501320804 - con sede a Gioia Tauro, via IV Trav. SS 111;
  • FUTURA S.r.l. - P.I. 02647360805 - con sede a Roma, Piazza Guglielmo Marconi nr. 15;
  • INGEOS S.r.l. - P.I. 02271670784 - con sede ad Acri via A. Moro nr. 496;
  • NOVARTIS S.r.l. - P.I. 02720420799 - con sede a Filandari (VV) via Toledo nr. 4;
  • CITTADINI S.R.L. - P.I. 01915151003 - con sede a Roma viale Pasteur n. 78;
  • DC EDIL S.R.L. - P.I. 02441380801 - con sede a Gioia Tauro contrada Morrone s.n.c.;
  • POLIEDIL S.R.L. - P.I. 01489610806 - con sede a Varapodio (RC) via San Rocco nr. 94;
  • COSTRUEDIL DI Gagliostro & C. S.n.c. - P.I. 02327710808 - con sede a Palmi (RC) in via Antonio Altomonte;
  • ELOQUENTE CATERINA - P.I. 02772920803 - con sede a San Giorgio Morgeto (RC) in contrada Ianneri nr. 10;
  • RAMA GROUP S.r.l. - P.I. 03098370780 - con sede a Polistena (RC) via Catena snc;
  • COMEL S.r.l. - P.I. 02478210848 - con sede a Cammarata (AG) in via Panepinto nr. 90;
  • INTERCONSOLIDAMENTI S.r.l. - P.I. 02704660840 - con sede a Cammarata (AG) in via Bonfiglio nr. 7;
  • ARISTAGORA S.R.L. - P.I. 12152551003 - con sede a Roma, in via Giuseppe Pecci nr. 4;
  • IEMA COSTRUZIONI di Pasquale Ierace e Domenico Maugeri S.n.c. - P.I. 02359370802 - con sede a San Giorgio Morgeto (RC) via Sorrenti nr. 7;
  • CONDOTTE S.R.L. - P.I. 03180120796 - con sede a Serrastretta (CZ), Piazza Immacolata nr. 4;
  • NOBEL S.R.L. - P.I. 03189190402 - con sede in Traversa via dell’Agricoltura nr. 4, Satriano (CZ);
  • PECCI S.R.L. - P.I. 08028531005 - con sede legale a Roma, via delle Vigne nr. 198;
  • SOCIETÀ APPALTI PUBBLICI S.R.L. - P.I. 11227901003 – con sede legale a Roma, via Valle Lupara 10, presso Grandi Uffici Roma GRA;
  • EFFEPI S.R.L., P.I. 05371750828, con sede a Villafrati (PA), viale Europa nr. 20;
  • MODUSDOMUS s.r.l. - P.I. 06953301006 - con sede in via Enrico Ortolani, nn.rr. 73/75, Roma;
  • CONSORZIO STABILE DINAMICO - P.I.03136880832 - con sede a Roma via delle Quattro fontane 130;
  • ALL CONSTRUCTION s.r.l. - P.I. 12515541006 - con sede a Roma, in via Arno nr. 51;
  • DI PAOLA s.a.s. di DI PAOLA Roberto - P.I. 01205660887 - con sede in Vittoria (RG), via Circonvallazione nr. 11;
  • ST GLOBAL SRL – P.I. 02606740807 – con sede legale a Roma in Piazza Euclide nr. 31;
  • PRO-GINEER S.R.L. – P.I. 02609260803 – sede a Varapodio (RC) in via San Rocco nr. 94 int. 1;
  • BARBIERI COSTRUZIONI Srl, con sede in con sede Sangineto (CS), via della Libertà nr. 40 –– P. Iva 07504861001;
  • BILOTTI PARKING Srl, con sede in Napoli, via Cornelia dei Gracchi 28/C, Cod. fisc. 12423911002;
  • LORICA SKI, con sede in Cosenza, via Pasquale Rossi n. 15 – P. Iva 03394050789;
  • CLOGO Srl, con sede in Cosenza Via Paolo Borsellino n.17/21 – P. Iva 10156031006;
  • AEROPORTO DI SCALEA Srl, con sede in Cosenza, via Pasquale Rossi n. 15 – P. Iva 03378820785;
  • ATLANTE SRL, con sede in Sangineto (CS) via della Libertà n. 40 p.i. 13325561002;
  • “B HOLDING S.R.L.”, con sede in Roma (RM), Via Luigi Roncinotto n. 1 – P.Iva 06030011008.
  • MORGANA S.r.l., in liquidazione con sede in Sangineto (CS) via della Libertà n. 40 - P. Iva 07504871000;
  • C.O.S.T.A. BRUZIA S.R.L., con sede in Sangineto (CS), via della Libertà n. 40 - P.Iva 00144730785;
  • GABBIANO S.R.L., con sede in Sangineto (Cs), via della Libertà n. 40 - P.Iva 00155460785.

(aggiornata alle 11:40)