Svolta nelle indagini dell’omicidio Bucchino, chiesto rinvio a giudizio
A processo Peppino Daponte, ritenuto responsabile di un omicidio avvenuto nel 2003. Dopo l’avviso di conclusioni indagini, la Dda di Catanzaro ha chiesto al gup, Claudio Parisi, il rinvio a giudizio per l’uomo ritenuto appartenente alla cosca confederata Iannazzo-Dapont-Cannizzaro.
Svolta dunque nelle indagini sulla morte di Pietro Bucchino, a distanza di quasi 16 anni, ucciso all’età di 32 anni tra l'1.30 e le 2 di notte dell’11 ottobre del 2003, e trovato morto in via Cerasolo di Sambiase, la zona delle case popolari Aterp.
L’accusa è di omicidio aggravato dalla modalità mafiose (oltre che di detenzione illegale di arma per il delitto). Pietro Bucchino, noto alle forze dell’ordine (con precedenti soprattutto per furti) fu ucciso con cinque colpi di pistola calibro 38.
Era il periodo della guerra di mafia fra clan contrapposti ma il movente per la Dda di Catanzaro non avrebbe avuto nulla a che fare con questa, anche se l’omicidio fu di stampo mafioso.
Bucchino avrebbe dato fastidio alla cosca Iannazzo-Daponte-Cannizzaro, agendo in maniera autonoma per reati contro il patrimonio (dei furti) e per questo motivo sarebbe stato punito.
Nel 2018 Daponte è stato condannato in appello a 8 anni di carcere anche nell’ambito dell’operazione “Andromeda” scattata il 14 maggio 2015 contro i clan Iannazzo-Cannizzaro-Daponte (e alcuni imprenditori ritenuti collusi) e condotta dalla Squadra mobile e del Gico della Finanza.