Villa Aurora, cade l’accusa di associazione a delinquere: chieste cinque condanne
Cade definitivamente uno dei principali capi d'accusa nel processo sul crac di Villa Aurora, casa di cura reggina finita sotto i riflettori nel 2018, quando la Procura di Reggio Calabria ipotizzò una vera e propria organizzazione a delinquere volta a "svuotare" le casse della clinica portandola così al fallimento (QUI).
Una inchiesta lunga sei anni, e che arriva oggi alla richiesta di cinque condanne. Chiesti 6 anni di reclusione dunque per Alessandro Casinelli (tra l’altro parte offesa nello stesso procedimento ed in altri collegati), manager al centro dell'indagine, 4 anni e mezzo per Pietro Domenico Mangiapelo, 4 anni per Francesco Margiotta, 3 anni e mezzo per Marco Petricca e 3 anni per Giuseppe Musto.
Queste le pene invocate dalla pm Chiara Greco, che nel corso del dibattimento ha infine escluso il reato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta e relativi reati connessi. Lo stesso Pm ha chiesto per Casinelli l’assoluzione per le accuse di associazione, autoriciclaggio e reati fiscali.