Processo Puma, Vrenna assolto in Cassazione: parlano i legali dell’imprenditore
Una trafila giudiziaria che l’ha visto volontariamente in silenzio per quasi quattro anni ma che alla fine ha comprovato la sua estraneità da qualsiasi coinvolgimento nell’inchiesta Puma, che ha riguardato esponenti politici accusati di presunti rapporti con i clan della ‘ndrangheta crotonese. Ieri la Corte di Cassazione ha così messo la parola fine alle vicende giudiziarie dell’imprenditore Raffaele Vrenna confermando in “maniera irreversibile” la sua innocenza.
“Intanto è stato rigettato il ricorso del procuratore generale contro l’assoluzione intervenuta in appello per l’associazione per delinquere: e l’assoluzione per questo reato è ormai definitiva”, commentano a freddo Franco Coppi e Francesco Gambardella, legali dell’ex vice presidente degli industriali calabresi.
“In secondo luogo - proseguono Coppi e Gambardella - era stata già esclusa dal giudice di merito la circostanza aggravante di aver agevolato l’associazione di stampo mafioso: il procuratore generale aveva fatto ricorso e la Corte lo ha rigettato per cui anche per quanto riguarda questi reati l’assoluzione è definitiva come è definitivamente dimostrata l’estraneità di Vrenna a qualsiasi associazione mafiosa. Per di più è stato accolto il ricorso dello stesso Vrenna contro la condanna di falso relativa ad alcune pratiche edilizie e ad una ipotesi di corruzione. Gli atti sono stati rimandati per un nuovo giudizio alla Corte di Appello rimanendo soltanto da discutere queste due residue ipotesi di reato minore. In sintesi, quindi, sono stati rigettati i ricorsi del procuratore generale ed accolti quelli di Vrenna in relazione alla condanna per i soli reati di falso e corruzione. Condanna per la quale - concludono i due legali - era stata comunque concessa la sospensione condizionale della pena”.