Sorveglianza idraulica. I lavoratori chiedono un futuro
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei lavoratori della sorveglianza idraulica della Provincia di Reggio Calabria
"È trascorso un anno e mezzo da quando l’Afor, previa selezione pubblica effettuata attraverso i centri territoriali per l’impiego, ha avviato in servizio circa 300 lavoratori su scala regionale con le qualifiche di ufficiale idraulico, sorvegliante idraulico ed addetti ai centri di digitalizzazione. L’assunzione è scaturita dall’applicazione della Legge Regionale n° 31 del 19 ottobre 2009, modificata ed integrata dalla Legge Regionale n° 52 del 28 dicembre 2009, recante la dicitura “reclutamento del personale – Presidi idraulici”, al fine di “garantire il servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale”.
Si è trattato della conclusione di un percorso avviato nell’ormai lontano 1999, quando la Regione Calabria intese avviare, con una delibera di Giunta, il servizio di sorveglianza idraulica. Prima di arrivare all’assunzione da parte dell’Afor, i lavoratori interessati sono stati alle dipendenze di società di lavoro interinale prima e di società in regime di outsourcing poi. La stabilizzazione era sembrata, a tutti noi, il giusto riconoscimento per la professionalità e le competenze acquisite in anni di presenza costante su tutti i corsi d’acqua del territorio regionale, piccoli e grandi. Degli stessi si è acquisita una conoscenza dettagliata e meticolosa, centimetro quadrato per centimetro quadrato.
Sembrava l’alba di un nuovo giorno, una inversione di tendenza seria in tema di politiche attive per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per la tutela del suolo e la salvaguardia dell’incolumità pubblica. Sembrava che finalmente si volesse voltare pagina e mettersi dietro le spalle i ricordi dei tanti catastrofici eventi alluvionali che hanno negativamente segnato la storia della nostra terra, definita dal meridionalista Giustino Fortunato “sfasciume pendulo tra due mari”. Tante le aspettative che si erano create tra noi lavoratori, illusi dalla falsa aspettativa di essere finalmente valorizzati per la professionalità e la competenza che siamo in grado di mettere in campo.
Quanto è triste verificare che, invece, nulla di tutto ciò si è avverato. I presidi idraulici non sono mai partiti. Nella strategia complessiva di mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico si continua a non tenere conto del bacino dei lavoratori della sorveglianza idraulica. Non veniamo mai citati, non veniamo mai coinvolti. Leggiamo poi sui giornali di sequestri di discariche e quant’altro effettuati negli alvei fluviali dalla polizia provinciale, dal corpo forestale dello stato, dalla guardia di finanza. Probabilmente grazie alle nostre segnalazioni. Leggiamo anche di protocolli d’intesa sottoscritti da vari livelli istituzionali, come Regione, consorzi di bonifica, protezione civile. E la sorveglianza idraulica, di grazia, dove sta? Noi non esistiamo. Siamo gli “invisibili”. Ci sentiamo ignorati, penalizzati, mortificati.
È giunto il tempo di non assistere più inermi e passivi alle dinamiche che si muovono intorno a noi. Siamo giunti alla decisione di autodeterminarci ed autorappresentarci, per gridare forte tutto il nostro disappunto per la situazione di grave disagio che stiamo vivendo. Chiediamo in modo energico che alcune questioni vengano affrontate da chi di competenza senza tergiversare ulteriormente. Chiediamo che
Le attività ed il personale del servizio di monitoraggio della rete idrografica regionale venga sganciato dall’Afor e collocato all’interno della struttura dell’Autorità di Bacino Regionale o, in subordine, presso il dipartimento della Protezione Civile Regionale; Il rapporto di lavoro venga trasformato da contratto di diritto privato a contratto di diritto pubblico, in quanto siamo stati assunti dopo regolare selezione pubblica; Il rapporto di lavoro, ad oggi part-time di tipo verticale con copertura di soli tre giorni settimanali, venga rimodulato in full-time, con copertura dell’intera settimana lavorativa ed annessa reperibilità per eventi di calamità naturale, posto che la sorveglianza idraulica è considerata “servizio essenziale di pubblica utilità”.
Chiediamo che su questa piattaforma si crei un tavolo di concertazione con le istituzioni competenti e che veda i lavoratori protagonisti in prima persona. Viceversa, rendiamo fin da subito noto che non siamo più disponibili a subire passivamente. Chiediamo dignità ed un futuro per la sorveglianza idraulica. Se non troveremo interlocutori attenti, passeremo a delle forme di protesta eclatanti".