Riace, il sindaco in sciopero della fame per i diritti dei rifugiati
Domenico Lucano, sindaco di Riace (Reggio Calabria), da oggi è in sciopero della fame per chiedere il rispetto dei diritti dei rifugiati. Il primo cittadino del paesino nella Locride denuncia la mancanza da più di un anno dei contributi da parte della Protezione Civile per l'assistenza del rifugiati nel comune. Con una nota la Protezione civile precisa però le cause all'origine dell' “incresciosa vicenda”, che “non sono in alcun modo legate alla erroneamente denunciata mancanza di risorse” ma “la sostanziale paralisi delle liquidazioni delle spese sostenute per l'assistenza è dovuta alla mancata registrazione, da parte della competente Sezione regionale di controllo di Catanzaro della Corte dei Conti, delle convenzioni stipulate dal Soggetto Attuatore della Regione Calabria, direttore regionale di protezione civile con gli enti gestori prima del 29 luglio 2011”.
“Questa, infatti - si legge nel comunicato - è la data della decisione della Corte dei Conti con cui, mutando il precedente orientamento, ha disposto di porre al visto preventivo, previsto dalla legge 10 del 2011, non solo gli atti del Commissario delegato, ma anche quelli dei Soggetti Attuatori. A quanto risulta alla struttura del Commissario delegato - si legge ancora nella nota della Protezione civile -, la decisione della Corte dei Conti di Catanzaro di non ammettere al visto i pagamenti conseguenti a convenzioni stipulate prima del 29 luglio 2011 non trova riscontro nelle restanti Sezioni del Paese. Per questo motivo, ferme restando le esclusive competenze della Corte dei Conti, il Commissario delegato ha interessato il presidente della Corte stessa affinché possa intervenire al fine di uniformare l'orientamento della Sezione di Catanzaro con quella delle altre Sezioni regionali. Il Commissario, poi, pur non entrando nel merito dei rilievi avanzati dalla Corte dei Conti locale nei confronti del Soggetto Attuatore, ha invitato quest'ultimo a intraprendere tutte le iniziative possibili affinché non venga messa a rischio ne' interrotta l'accoglienza dei rifugiati attualmente ospitati nelle numerose strutture calabresi”.