Arrestato assessore regionale a Milano: avrebbe comprato 4 mila voti dalla ‘ndrangheta
Domenico Zambetti, assessore alla casa nella Giunta regionale della Lombardia, guidata da Roberto Formigoni, è stato arrestato questa mattina. L'uomo politico è accusato di voto di scambio per aver comperato 4.000 preferenze, in vista delle elezioni del 2010, pagando 200.000 euro a due esponenti della 'ndrangheta. L'arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D'Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo. A suo carico vi sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento.
Zambetti, in particolare, avrebbe dato il denaro a Giuseppe D'Agostino, gestore di locali notturni, già condannato negli anni scorsi per traffico di droga (componente alla cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti) e l'imprenditore Eugenio Costantino (referente del clan Mancuso). La Procura di Milano gli contesta i reati di scambio elettorale polico-mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, con l'aggravante di aver favorito la 'ndrangheta.
L'accusa per l'assessore alla casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, e' quella di concorso esterno in associazione mafiosa dal 2009 a oggi. Sono una ventina (diciotto in carcere e due ai domiciliari) le persone arrestate nel blitz contro la 'ndrangheta firmato dal gip Alessandro Santangelo.
h 10.38 | Nel blitz contro la 'ndrangheta i carabinieri di Milano hanno arrestato, oltre all'assessore regionale alla casa Domenico Zambetti, anche Ambrogio Crespi, fratello minore di Luigi, l'ex sondaggista. Sarebbe stato Crespi, secondo l'accusa coordinata dal pm Giuseppe D'Amico, a rastrellare i voti nei quartieri periferici di Milano, avvalendosi dei suoi contatti con la criminalita' organizzata.
h 13:41 | Nell'abitazione di una delle persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta milanese sulla 'ndrangheta, che ha portato all'arresto anche dell'assessore regionale Domenico Zambetti, i carabinieri hanno trovato un bunker. Dietro uno specchio, i militari hanno scovato una porta che portava in un cunicolo. "E' il secondo bunker trovato nel giro di poco tempo in Lombardia", hanno sottolineato i pm Giuseppe D'Amico e Ilda Boccassini. Un particolare che, per gli inquirenti, dimostra come la 'ndrangheta sia ben strutturata nel territorio lombardo.