‘Ndrangheta: errore su reato, processo Zambetti torna a indagini
I giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano si sono dichiarati incompetenti ‘per materia’ a giudicare il processo che vede imputato, tra gli altri, Domenico Zambetti, l'ex assessore lombardo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. Gli atti tornano così alla Procura che dovrà formulare una nuova richiesta di rinvio a giudizio. Dopo una camera di consiglio, i giudici hanno deciso di 'spogliarsi' del processo, su richiesta delle difese, perché ad alcuni imputati è contestato il reato di sequestro di persona di competenza della Corte d'Assise.
Il processo si era aperto stamane con la costituzione di parte civile della Regione Lombardia nei confronti di Zambetti e degli altri otto imputati, tra i quali Ambrogio Crespi, il fratello dell'ex sondaggista di Silvio Berlusconi e i presunti boss e affiliati alla 'ndrangheta, Eugenio Costantino, Alessandro Gugliotta e Vincenzo Evolo. Anche il Comune di Milano, con l'avvocato Maria Rosa Sala, si era presentato per la costituzione di parte civile.
Secondo le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Giuseppe D'Amico, l'ex assessore alla Casa del Pirellone avrebbe ottenuto circa 4 mila voti dalla 'ndrangheta in cambio di 200 mila euro in contanti e di assunzioni e promesse di appalti. L'arresto di Zambetti, nell'ottobre scorso, era stato l'evento scatenante ad avviare il percorso politico che poi ha portato alle dimissioni dei consiglieri regionali lombardi e alla fine anticipata della legislatura. (AGI)