Dimissioni Papa, Don Amato: Dio opera attraverso la fragilità delle persone
“Che bello! Un Papa, consapevole del grande peso che è richiesto per governare la Chiesa di Cristo, si dimette in un giorno qualunque, con dieci righe all’interno di un discorso che avrebbe dovuto contenere altre notizie, nel chiuso di un concistoro e non sui social network.
È bello perché questo annuncio avviene nell’anno della fede e nel cinquantesimo del Concilio Vaticano secondo. Un Concilio che, secondo il sottoscritto, trova la sua piena attuazione proprio con questo alto gesto di responsabilità umana e cristiana di Benedetto XVI. – Lo scrive in una nota Don Biagio Amato, RaGi onlus - È a partire da questo gesto che ormai il mondo deve sapere che la grazia di Dio opera attraverso la fragilità anche fisica e psichica delle persone che la Chiesa, nei suoi vari organi, sceglie come presbiteri, vescovi, papa. E quando la fragilità è tale da non permettere che la grazia agisca nella pienezza delle attività di governo/servizio, allora è il momento di esercitare un altro dono di Dio che è l’umiltà. Umilmente si riconosce davanti a Dio e ai propri confratelli nella fede che è giunta l’ora di lasciare che altri, umanamente più “capaci”, servano la Chiesa secondo i fabbisogni che i tempi nuovi indicano come cogenti.
Da oggi, la Chiesa cattolica non sarà più la stessa sia al suo interno che nelle relazioni con la società tutta. Da oggi la mia, la tua, la nostra Chiesa, brillerà dinanzi al mondo intero di una luce nuova, giovane, serena, trasparente, grazie alla testimonianza di un Vegliardo che ha il coraggio di “lasciare” libero il Signore di trasferire il dono del Papato ad un’altra persona che ha le caratteristiche fisiche e psicologiche necessarie per esercitare il servizio a favore dell’unica Chiesa Cattolica.
Che bello! Da oggi tu, io, noi, godiamo perché apparteniamo ad una Chiesa che dal Suo Vertice più alto è stata capace di sprigionare una Luce che dovrà illuminare tutta la Chiesa in ogni ordine e grado. Sembra di sentire Benedetto XVI che, nella umiltà della sua decisione, voglia dire “…E se ho fatto io tutto questo, che sono il Papa della Chieda di Cristo, fatelo anche voi nel caso in cui prendete consapevolezza di non essere più nelle migliori condizioni di permettere alla grazia di Dio di arrivare, tramite Voi, là dove la grazia vuole arrivare. Perché lo strumento di cui si serve la grazia è davvero importante”.”